Parliamo della coppia, un argomento che coinvolge ed interessa molti di noi!
Oggi voglio approfondire un aspetto specifico, la scelta del partner.
Hai un’idea di cosa ti spinge ad innamorarti di una persona piuttosto che di un’altra?
Di cosa ti spinge a sentirti attratto da una certa tipologia di persona?
Sono stati fatti molti studi sull’argomento e diverse sono le teorie in merito, tra cui una delle più interessanti è la teoria dell’attaccamento.
Oggi te ne voglio parlare.
Tutti noi abbiamo la tendenza innata a stabilire legami emotivi profondi.
E questo lo facciamo sin dalla nascita, e continuiamo per tutto l’arco della nostra vita.
Diceva John Bowlby (fautore di questa teoria) che l’attaccamento è qualcosa che ci accompagna dalla culla alla tomba, e su questo dobbiamo dargli pienamente ragione.
La nostra ricerca dell’altro, della sua vicinanza, delle sue cure (tutto ciò viene definito attaccamento) inizia sin dalla nascita. Potremmo dire che siamo quasi come programmati, a legarci con una persona che riteniamo essere in grado di darci protezione, sostegno, cura, amore.
E secondo questa teoria sono proprio questi primi legami con i genitori (le principali figure di riferimento), ed in particolare con la madre, ad insegnarci quello che possiamo aspettarci dagli altri e dai rapporti.
Il legame che un adulto stabilisce con un altro, sarebbe una ripetizione di queste prime esperienze vissute.
Nel legarci con un’altra persona, noi adulti quali bisogni cerchiamo di soddisfare? Gli stessi che avevamo da piccoli (ricevere cure, protezione, sostegno, essere amati e apprezzati per ciò che siamo).
Il rapporto tra due adulti inoltre, riattiva le stesse identiche dinamiche che abbiamo vissuto da piccoli:
Benessere, tranquillità (quando la persona amata è vicina)
Ansia, tristezza, senso di solitudine (quando la persona amata è lontana)
Queste prime esperienze influirebbero quindi nelle nostre successive relazioni, in quanto ci portano a costruirci una sorta di modello sulla base del quale, sceglieremo una persona che corrisponda ai nostra canoni interni e che andrà a confermare ciò che abbiamo appreso.
Scelta partner: come influiscono le esperienze passate
Questo non sempre risulta essere molto vantaggioso vediamo per quale motivo
Se ho avuto un rapporto positivo con le mie principali figure di riferimento, e mi sono sentito amato, sicuro, protetto, da adulto tenderò a comportarmi nello stesso modo. Sarò capace a mia volta di dare amore, sicurezza, protezione ad un’altra persona. E mi aspetterò la stessa cosa dagli altri. Con maggiore probabilità sceglierò un partner affidabile, che corrisponda alle mie aspettative e che mi farà sentire, amato, protetto e sicuro.
Se ho avuto un genitore freddo, distaccato, poco disponibile, e quindi mi sono sentito solo, non capito, rifiutato, da adulto tenderò a comportarmi nello stesso modo. A pensare che posso contare solo su di me e ad aspettarmi questo dagli altri. Quindi con maggiore probabilità sceglierò partner rifiutanti, che andranno a confermare proprio quello che mi aspetto da loro. O molto gelosi e dipendenti che confermeranno la pericolosità del rapporto. (Questa tipologia di persona, tende a volte a sminuire la sfera affettiva, e a prediligere rapporti di tipo sessuale che non richiedono alcun coinvolgimento).
Se ho vissuto l’abbandono, tenderò a caricare la relazione di aspettative irrealistiche ed eccessive. E con maggiore probabilità, a scegliere partner che confermeranno le mie insicurezze e i miei dubbi. Nonostante le sofferenze vissute quindi, potrei paradossalmente scegliere un partner che confermi il mio modello disfunzionale. Probabilmente un partner dolce e premuroso potrebbe sembrare troppo noioso e non provocare alcuna attrazione.
Questa non è sempre la regola! A volte il modello non funziona per analogia, ma per contrasto e ci sarà piuttosto la tendenza a cercare un partner che sia l’opposto rispetto al modello vissuto, allo scopo di andare a compensarne le lacune.
Continua…
Dr.ssa Monia Ferretti Psicologa – Psicoterapeuta
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