Si è svolto ieri un incontro magico al Policlinico Gemelli di Roma.
Hunter Doherty è un’uomo il cui nome a molti dice poco ma che dice molto ai bimbi ricoverati, ha tenuto una conferenza all’ospedale. Hunter è l’uomo che ha inventato una cosa meravigliosa, un qualcosa per allietare le giornate di ricovero dei bambini: la Clownterapia.
Chi non ricorda il film di Robin Williams del 1998, Patch Adams?
Hunter è un uomo che inizia a studiare medicina dopo aver toccato il fondo, dopo essere uscito da un ospedale psichiatrico, dopo aver “capito” di voler cambiare il mondo.
Il film di Robin Williams, per quanto romanzato è la storia vera di Hunter Doherty, il quale nel 1971 fondò il Gesundheit! Institute, dove curare le persone gratuitamente, nella convinzione che la medicina sia un interscambio umano amorevole e non una mera transazione commerciale. Non a caso appena si entra nella clinica si può leggere la frase:
« Per noi guarire non è solo prescrivere medicine e terapie ma lavorare insieme condividendo tutto in uno spirito di gioia e cooperazione. La salute si basa sulla felicità – dall’abbracciarsi e fare il pagliaccio al trovare la gioia nella famiglia e negli amici, la soddisfazione nel lavoro e l’estasi nella natura delle arti »
A Roma, dopo la conferenza, ha voluto incontrare i piccoli ricoverati in oncologia pediatrica e in neurochirurgia infantile, e nonostante i suoi 69 anni, Hunter ha indossato le sue enormi scarpe, il suo nasone rosso e con la sua camminata buffa a dispensato abbracci e divertimento ai bimbi dell’ospedale.
Si chiama empatia quella che Hunter ha come dono, l’empatia che crea un legame armonioso tra medico e paziente, quella che regala sorrisi, che fa guarire un po’ l’animo.
Hunter ha lavorato ai limiti del mondo, orfanotrofi, campi profughi e ospedali infantili, dove il dolore lacererebbe chiunque, ma lui invece no, lui dice di «sentirsi un privilegiato per il fatto di andare verso la sofferenza portando amore». E ribadisce il concetto fondamentale «che entrare in contatto con il dolore renda più forti»
Durante la visita, Hunter ha ricordato alcuni dei momenti più belli della sua esperienza lavorativa:
«Siamo stati per 12 anni l’ospedale più pazzerello della storia, non c’era affatto privacy e a coloro che soffrivano di patologie psichiatriche non venivano somministrati psicofarmaci. Cercavamo semplicemente di rendere tutto divertente e di dare amore: il mio abbraccio più lungo è durato 12 ore».
E in fondo la vita di Hunter è basata su un briciolo di follia, quella che porta a vedere sempre il lato divertente di ogni cosa:
« L’humour è l’antidoto per tutti i mali. Credo che il divertimento sia importante quanto l’amore. Alla fin fine, quando si chiede alla gente che cosa piaccia loro della vita, quello che conta è il divertimento che provano, che si tratti di corse di automobili, di ballare, di giardinaggio, di golf, di scrivere libri. La vita è un tale miracolo ed è così bello essere vivi che mi chiedo perché qualcuno possa sprecare un solo minuto! Il riso è la medicina migliore »
Nonostante il film che ha sbancato ai botteghini, Hunter non ha gradito il fatto che venisse sminuito il suo messaggio, non è solo un medico che fa ridere:
« Lo humour è un eccellente antidoto allo stress. Poiché le relazioni umane amorevoli sono così salutari per la mente, vale la pena sviluppare un lato umoristico. Ho raggiunto la conclusione che l’umorismo sia vitale per sanare i problemi dei singoli, delle comunità e delle società. Sono stato un clown di strada per trent’anni e ho tentato di rendere la mia vita stessa una vita buffa. Non nel senso in cui si usa oggi questa parola, ma nel senso originario. “Buffo” significava buono, felice, benedetto, fortunato, gentile e portatore di gioia. Indossare un naso di gomma ovunque io vada ha cambiato la mia vita.»
E in una intervista alla Repubblica, Hunter disse, a proposito di Robin Williams:
“Ha fatto 21 milioni di dollari per fingere di essere me per quattro mesi, in una semplicistica versione, e non ha dato nemmeno 10 dollari per il mio ospedale gratuito. Il vero Patch Adams, se avesse avuto i 21 milioni di dollari di Robin, li avrebbe donati tutti a un ospedale libero in un Paese dove 80 milioni di persone non hanno possibilità di ottenere assistenza sanitaria”.