Tutti noi siamo abituati ad andare nei parchi acquatici ed assistere divertiti agli spettacoli di delfini e orche. Ma ci siamo mai chiesti se anche per loroè un divertimento?
Alcuni anni fa mi imbattei in una notizia particolare: Keiko, l’orca che aveva interpretato il film “Free Willy” era in procinto di essere liberata dopo 23 anni passati nelle vasche dei vari acquari. Stava affrontando il difficile “reinserimento” in natura. Keiko era stato catturato e strappato dal suo Pod (l’unità famigliare delle orche) in Islanda nel 1979. Era stata addestrata a compiere salti favolosi e ad interagire amichevolmente col suo Trainer. Tutto questo, per circa 23 anni.
Dopo l’uscita del film le associazioni animaliste avevano fatto pressioni sul “proprietario” e le sue condizioni di salute andavano ad aggravarsi sempre di più, così Keiko era stato trasportato in Norvegia e dopo qualche tempo era riuscito a ritrovare la sua famiglia. Finalmente una storia a lieto fine, dove il protagonista trova la felicità e vive felice e contento fino alla fine dei suoi giorni…. Invece no. Le cose non sono andate proprio così…
Keiko è morto di polmonite il 13 dicembre del 2003, nel fiordo che era diventato la sua nuova casa. Keiko è solo uno dei tanti cetacei che è stato catturato e rinchiuso dentro ad una vasca per tutta la vita.
Ma come è cominciato questo business dei parchi acquatici con spettacoli di orche e delfini?
Nel 1956, un imprenditore di Seattle decise di realizzare il sogno che aveva fin da bambino: riuscire a “cavalcare”un’orca come fosse un cavallo. In quegli anni si sapeva ben poco su questi animali, ma l’egoismo e la sete di denaro non lo hanno certo fermato. Il costo di un’orca si aggira intorno al milione di dollari…. ma tra spettacoli e merchandising ne fa guadagnare 500 volte tanto. Ogni anno.
Per chi non lo sapesse, le orche sono predatori estremamente intelligenti, in cima alla catena alimentare e non hanno predatori naturali. Pesano intorno alle 7 tonnellate e sono lunghe anche 9-10 metri: praticamente grandi come un bus. Durante la caccia, si nutrono di pinguini, foche, piccoli di balena e giovani capodogli, mettono in atto delle vere e proprie strategie, atte a portare alla cattura della preda e far si che tutti i componenti del pod possano nutrirsi. Hanno una struttura sociale molto simile alla nostra: madre e figlia vivono insieme per tutta la vita, mentre i maschi vengono allontanati intorno al decimo/dodicesimo anno di età.
In libertà vivono anche 90 anni, in cattività l’età media è stimata intorno ai 30/35 anni.
Le orche vengono tenute in cattività per denaro. Sono animali che, addestrati, portano parecchi soldi perchè sono animali affascinanti e misteriosi ed hanno il potere di catturare il nostro interesse.
C’è un però. Gli incidenti. Incidenti coi i trainer, i quali se sono abbastanza fortunati come Ken Peters con Kasatka, passano solo un brutto quarto d’ora. L’orca lo ha portato sott’acqua con l’intento di farlo affogare.L’aver mantenuto la calma e la grande professionalità, hanno permesso a Ken Peters di riuscire a liberarsi dall’animale.
Altri, come Dawn Brancheau, vengono dilaniati e poi lasciati affogare. Dawn era la trainer di Tilikum, un maschio di circa 33 anni. Tilikun venne catturato nel 1983 e si stima che avesse circa 2 anni. Chi lo ha catturato era un pescatore, che ricordando quell’episodio lo ha paragonato ad un rapimento di bambini. I piccoli vengono separati dalle madri con delle reti e caricati su dei grossi pescherecci. Alcune madri non sopportano il dolore e si lasciano morire.
In circa 30 anni di cattività, Tilikum, oltre che della morte di Dawn, è ritenuto responsabile di altre 2 morti, avvenute in California e nella Columbia Britannica, sempre all’interno di parchi acquatici. Allora perchè tenerlo ancora prigioniero?
La risposta è più che semplice: Tilly è l’orca maschio più grande tenuto in cattività. E’ lungo 7 metri e pesa 6 tonnellate. Ha 27 cuccioli (ma solo 11 sono ancora vivi) e questo è il motivo. Fate voi il calcolo: con una media di un milione e mezzo a cucciolo, quanto ha guadagnato il “suo padrone”?
C’è un lato ancora più spiacevole nella prigionia di Tilikum: dopo la morte di Dawn è stato isolato in una piccola vasca e per ragioni di sicurezza, nessuno può avere contatti fisici con lui.
Questi animali amano le carezze, le coccole, interagire con altre orche (vivono in grandi famiglie, anche di 30 elementi) e amano interagire con noi. Ora lui è condannato alla solitudine. Ogni tanto viene “spremuto”, se mi passate il termine, per poter fecondare le femmine ed avere altri cuccioli.
Ora guardate questo video: se potete lasciate perdere il fatto che le orche sono dentro ad una vasca provate a guardate il loro comportamento. Si vede che un piccolo esce dall’acqua e non riesce a rituffarsi. Le altre orche restano lì vicino, una ritorna sulla piattaforma e cerca di aiutarlo, sembrano preoccupate, e di certo non abbandonano il piccolo. Solo dopo che gli addestratori lo spingono nella vasca, vanno via insieme.
Ma cosa spinge questi animali a “ribellarsi”? Lo stress da cattività, l’incomunicabilità, la consapevolezza della prigionia… le stesse motivazioni che porterebbero ognuno di noi alla pazzia e all’aggressività.
All’interno dell’Unione Europea ci sono circa 310 tra cetacei e sirenidi tenute nei parchi acquatici. A mio parere, non dovrebbero esserci: se vogliamo vedere questi splendidi animali facciamo whale watching.
Vi consiglio di guardare Blackfish, un film-documentario che svela parecchi retroscena della vita delle orche in cattività.
Firmare la petizione per chiedere la liberazione di Tilikum: ha tutto il diritto di poter vivere finalmente libero nel suo habitat naturale!