Pezzi di carne, bianca, usati come portafortuna. No non sto parlando delle ormai tristemente note zampe di gallina o code di coniglio, ma di arti umani, arti di bambini e ragazzi albini nati in Tanzania.
In questo paese nascere albini è decisamente pericoloso, un albino è un fantasma non morto, un essere colpito da una sorta di antica maledizione. E questo porta i padri ad uccidere i figli, porta i pescatori a volersi accaparrare dei capelli per rendere più fruttuose le reti usate per le uscite in barca, rendono i minatori vogliosi di pezzi di ossa, soprattutto arti, da seppellire in miniera per riuscire a trovare i diamanti. O ancora fa si che stregoni o sciamani del ‘muti’ preparino macabri rimedi per curare l’impotenza o altri intrugli dal dire miracoloso, con i genitali degli albini. L’ONU, nel marzo 2013, ha condannato queste pratiche, incitando il governo della Tanzania a prendere provvedimenti più forti. Le donne albine vengono spesso stuprate, soprattutto nel nordovest del paese, con la credenza che avere rapporti con loro guarisca dall’AIDS.
Una maledizione che come tutte le maledizioni nasce dall’ignoranza, dalle false credenze, dalla paura. Queste persone dalla pelle d’avorio e dai capelli chiarissimi, oltre a dover combattere contro il sole della loro terra che crea ustioni e tumori alla pelle, deve anche sfuggire ai suoi simili che cercano di mutilarli.
Il governo della Tanzania ha istituito dei rifugi per proteggere queste persone dalle terribili credenze popolari, per proteggerli dagli stessi padri che però troppe volte uccidono i figli appena nati per venderne poi i pezzi.
Si stima che dal 2006, siano state uccise almeno 70 persone albine della popolazione Africana e altre 30 aggredite. Ma sono cifre assolutamente sottostimate, visto che difficilmente si conoscono i numeri reali. Secondo una stima dell’ International Federation for the Red Cross and Crescent Societies, almeno 10.000 albini in Africa orientale vivono nascosti o sono profughi.
In Tanzania, paese in cui il reddito pro capite nel 2010 è stato calcolato all’incirca sui 442 dollari, l’arto di un individuo albino può essere venduto per cifre che raggiungono i 2.000 dollari, mentre un “set” completo di orecchie, lingua, naso, genitali e arti può valere fino 75.000 dollari.
Di albinismo ne è portatore 1 su 1.400 tanzaniani, a fronte di una percentuale mondiale di 1 su 20.000 e si contano circa 17.000 albini che ancora vivono in Tanzania e che vengono nascosti dal governo in rifugi creati appositamente.
Il Kabanaga Protectorate Centre (nel nord-est della Tanzania), altrimenti noto ai locali come “la tribù dei fantasmi“, ospita attualmente 70 persone albine, dai neonati ai 60enni.
[Fonte Dati: “La Tribù dei Fantasmi” in Tanzania: Macelleria Tra Orrore e Pregiudizio]
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