Quando si hanno ad attenderci fuori casa un orto o un giardino, non si vorrebbe far altro. È la pace. Un senso di pienezza. È quella beatitudine che fa assaporare il vento, le nuvole nel cielo, il pendio di una collina, uno scroscio di pioggia.
(Pia Pera)
Fa parte di quelle terapie occupazionali atte a riabilitare le persone con disagi o disabilità. Ma l’ortoterapia o terapia orticolturale è molto più di una semplice “terapia“, le sue origini affondano le radici nella notte dei tempi. Basti pensare a cosa ci rilassa quando siamo stressati: una passeggiata nei boschi, il contatto con la natura, il coricarci su un prato.
Tutte cose che l’uomo ha sempre fatto e che hanno sempre migliorato la sua condizione. Quante volte nei film vediamo il protagonista che si getta felice su un prato, o che scappa correndo attraverso un campo per poi fermarsi e gettarsi in terra disperato abbracciando la natura? Non è un caso o una montatura cinematografica, ma è la natura dell’uomo. Vicino alla Terra ci sentiamo meglio, il nostro corpo si libera, trae forza, si rinvigorisce, si rigenera. Impariamo a vivere con maggiore lentezza, con più consapevolezza, ci sentiamo in collegamento con l’interno universo.
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Che cos’è l’ortoterapia?
L’ortoterapia consiste proprio nell’avvicinamento alla terra, intesa come fonte di vita, dell’individuo. S’impiega il proprio tempo nella coltivazione di fiori, piante, ortaggi, frutti… elementi naturali vivi, all’aperto e spesso praticata in gruppo, una terapia che coinvolge tutti i sensi, la responsabilità e la socializzazione.
Utile anche per sollecitare l’attività motoria, ma soprattutto per migliorare umore e ridurre o addirittura eliminare stress e ansia, rafforzare l’autostima e in alcuni casi utile a uscire da un “guscio” e favorire l’inserimento in un gruppo.
Persone con disabilità mentali o fisiche trovano nel contatto con la terra un momento tranquillo, rilassante, sereno e soprattutto armonico. La terapia diventa utile anche per acquisire le conoscenze e le tecniche per coloro che al termine della terapia vogliono far diventare la cura dell’orto una vera e propria attività lavorativa, come per esempio la produzione di ortaggi per poi rivenderli o la produzione di fiori per vivai o fiorai.
L’orto è una grande metafora della vita spirituale: anche la nostra vita interiore abbisogna di essere coltivata e lavorata, richiede semine, irrigazioni, cure continue e necessita di essere protetta, difesa da intromissioni indebite. L’orto, come lo spazio interiore della nostra vita, è luogo di lavoro e di delizia, luogo di semina e di raccolto, luogo di attesa e di soddisfazione. Solo così, nell’attesa paziente e operosa, nella custodia attenta, potrà dare frutti a suo tempo.
(Enzo Bianchi)
Le origini dell’ortoterapia
L’orto è il luogo magico dove si imparano, senza accorgersene, la geometria, la botanica, la cucina, la pittura, l’ecologia e la gioia di vivere.
(Fabrizio Caramagna)