Notizie
Primo piano

Cina: tre monaci tibetiani arrestati per aver salvato 300 yak destinati al macello

Di Daniela Bella - 3 Marzo 2014

Le autorità cinesi hanno arrestato tre monaci tibetiani in provincia di Qinghai, in Cina, dopo che questi hanno acquistato e liberato 300 yak destinati al macello.

La religione dei buddisti tibetiani, infatti, invita a salvare gli animali dalla macellazione acquistandoli, per poi prendersi cura di loro: l’animale salvato si troverà poi a vivere o in una famiglia o nel monastero stesso.

E’ risaputo, infatti, che i monaci buddisti si sono sempre battuti per salvare gli animali e per aiutarli, anche se è sbagliato pensare che siano vegetariani.

Immagine da: serbiananimalsvoice.com

La dottrina theravada, infatti, non condanna il mangiare carne, a patto che vengano seguite delle regole basilari: si può consumare carne solo se offerta spontaneamente e non espressamente richiesta dal monaco; la bestia non deve essere stata uccisa appositamente per il monaco; la bestia non deve essere stata uccisa appositamente per le offerte.

Per un monaco buddista, dunque, essere vegetariano rappresenta un’ottima cosa, ma non un obbligo.

Fatta questa premessa, torniamo al caso di cui stavamo parlando. I tre monaci che sono stati arrestati sono Ringpu, 50 anni, Yutruk, 51 anni, e Salshap, 47 anni. Tutti e tre sono rispettati monaci del monastero Golog Gangshar e sono stati portati via lo scorso 6 Febbraio dopo aver acquistato circa 300 yak da macello.

Un residente di Golog ha dichiarato a RFA, servizio tibetano, che i tre monaci vivevano nello stesso monastero da quando avevano dieci anni. Ringpu era il capo del monastero e da sei anni lavorava come coordinatore disciplinare del monastero stesso.

Immagine da: www.dossiertibet.it

Già in passato i monaci tibetani hanno mandato avanti delle campagna silenziose per salvare gli yak dal macello. Ci sono stati anche dei casi in cui yak di proprietà dei monaci tibetani sono scomparsi, rubati dai proprietari dei macelli cinesi che li hanno poi abbattuti. Sì, perchè da quando la maggior parte di questi macelli nelle aree tibetane sono di proprietà di gruppi cinesi, per i tibetani è diventato illegale portare avanti proteste di questo tipo.

In un rapporto del 2007 scritto da Human Rights Watch veniva spiegato che i monaci che hanno salvato le bestie da macello per donarle a una famiglia o per essere seguite dai religiosi stessi, venivano arrestati o subivano violenze da parte dei cinesi.

Chiaramente i macelli sono ritenuti offensvi per le credenze buddiste, e questi hanno fornito qualche sanzione per le proteste, ma per i pastori tibetani sembra che i macelli riflettano anche l’afflusso di imprenditori cinesi.

E intanto i leader religiosi locali sono stati accusati di aver incentivato questo tipo di proteste, che talvolta hanno portato ad auto-immolazioni. Ma questo popolo si trova solo a combattere contro il proprio credo, perchè i cinesi, così facendo, li hanno privati della loro libertà, una libertà della quale difficilmente riusciranno a riappropriarsi.

[Fonte: www.rfa.org]

✰✬✰✬✰✬✰✬✰✬✰✬✰✬✰✬✰✬✰✬✰✬✰✬

Seguiteci sulla Fanpage di Facebook EticaMente





Newsletter
Iscriviti alla nostra newsletter e ricevi subito una speciale meditazione in omaggio!




© 2022 Copyright Media Data Factory S.R.L. - I contenuti sono di proprietà di Media Data Factory S.R.L, è vietata la riproduzione.
Media Data Factory S.R.L. sede legale in via Guercino 9 20154 Milano - PI/CF 09595010969