I primi giorni di vita di un neonato sono, per i neogenitori, un susseguirsi di emozioni: gioia, felicità, stupore, ma anche i primi dubbi e le prime preoccupazioni per questo piccolino che ci appare così piccolo, indifeso e bisognoso di noi.
E proprio i primi mesi per il bambino sono di rilevante importanza, al punto che le abitudini da lui prese possono influire il suo comportamento negli anni a seguire.
Per prima cosa, per esempio, il bambino ha bisogno di sentire che i genitori hanno la situazione sotto controllo: solo in questo modo si sentiranno sicuri e autonomi, anche per quanto riguarda la nanna e le regole alimentari.
Ma anche la voce è molto importante, perchè grazie ad essa il bambino può confermare la vostra presenza, senza doverlo necessariamente prenderlo in braccio ad ogni suo verso.
E proprio a proposito della voce, parlare con il bambino frequentemente è una buona abitudine da prendere: questo, infatti, aiuterà il bambino a stimolare alcune aree del cervello che gli permetteranno di sviluppare facilità di linguaggio e capacità cognitive più ampie, al punto di influire sul suo rendimento scolastico e di dargli una marcia in più nei prossimi sei-sette anni di crescita.
Che parlare con il bambino mostrasse i suoi vantaggi non è certo una novità, ma adesso a confermarlo è anche uno studio condotto dai ricercatori della Stanford University, pubblicato sulla rivista “Psychological Science“.
Gli studiosi hanno seguito un gruppo di bambini per sei mesi, per poi sottoporli a dei test: da qui è emerso che i bambini ai quali i genitori avevano parlato di più mostravano competenze linguistiche maggiori, un vocabolario più ricco e una maggiore velocità nell’elaborare le parole.
Il periodo più importante per l’acquisizione linguistica è il primo anno di vita, ma alla formazione delle competenze linguistiche non contribuisce soltanto il numero di parole che il bambino acquisisce, ma anche il modo con cui i genitori dialogano con loro.
Frasi semplice e dirette, per esempio, hanno solo un effetto limitato sullo sviluppo cognitivo, mentre frasi più mature ed articolate (come se si stesse parlando ad un adulto praticamente) non solo hanno un impatto maggiore sul suo sviluppo cognitivo, ma sembrano catturare di più anche l’attenzione del bambino stesso.
In più, oltre alla parole, è importante anche il tono di voce utilizzato e le espressioni del volto che il bambino percepisce quando si parla con lui.
Gli effetti sono ancora più positivi se i dialoghi coinvolono tematiche che suscitano l’interesse del bambino, mentre la televisione e i videogiochi non solo non possono considerarsi un buon sostituto di una buona conversazione, ma possono addirittura danneggiare lo sviluppo del suo linguaggio.
Parlare e dialogare con loro non significa necessariamente abbandonare il nostro lavoro per stare tutti il tempo a parlare con il bambino: basta infatti che ci ricordiamo di farlo quando diamo loro da mangiare, quando li vestiamo, quando li laviamo, per esempio.
Tutto questo aiuterà il bambino a capire più in fretta le regole e i ritmi del linguaggio e darà loro una base per intuire più in fretta come funziona il mondo. Ripetere più volte una cosa, invece, li aiuterà a ricordare le parole e a capire i collegamenti fra le parole stesse: questo, per esempio, darà loro un grande vantaggio nel momento in cui andranno a scuola.
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