Una frode commerciale davvero incredibile!
Capi di abbigliamento etichettati come vestiario di puro cachemire, lana merinos, seta e pashmina erano invece realizzati da un misto di acrilico, viscosa e peli di topo.
14 le persone denunciate, tutte di nazionalità cinese.
Tutto è partito da un’indagine avviata circa un anno fa: i finanzieri hanno fatto analizzare i capi poichè il prezzo dell’abbigliamento era notevolmente inferiore rispetto a quello realizzato davvero con i materiali pregiati come il cachemire. E così si è scoperto l’inganno.
Il fornitore di questi capi distribuiva in tutta Italia abbigliamento “made in China”.
Ancora una volta una frode da parte di cittadini cinesi. Non è razzismo se vi invitiamo nuovamente a non comprare abiti “made in China” : ne va della salute del consumatore, del lavoratore e in questo caso anche di quella dell’animale.
Tante sono le alternative sicure: non le grandi marche che come abbiamo visto di recente non sono sinonimo di eticità (leggete Greenpeace: i vestiti per bambini e neonati sono tossici. Ecco le marche accusate) ma le piccole aziende, magari locali, che hanno dei valori che riescono ad applicare nel lavoro che svolgono.
Per farvi un’idea leggete questi articoli: Stile etico.com: un sito per acquistare in modo rispettoso e non violento oppure “Alta Rosa”: intervista a Valeria Doga. Per un abbigliamento più etico ed ecologico. Ma tante sono realtà virtuali o vicine a voi che soddisfano i criteri di sicurezza e di eticità: basta spendere un pò di tempo per cercarli…
Meglio spendere in qualità che in quantità…