Se vi chiedessero di scrivere una lettera ai vostri figli, cosa scrivereste? Raccontereste di voi, del vostro passato o parlereste del loro futuro e di cosa potrebbero aspettarsi?
Questa domanda è stata posta da ‘L’Esperesso‘ al famoso astronauta italiano Luca Parmitano che, tornato da poco più di due mesi da una spedizione spaziale durata sei mesi, ha accettato di raccontare alle sue figlie cosa significa vivere e crescere, cosa significa affrontare le sfide e inseguire i propri sogni. Luca racconta la difficile posizione di un genitore che non deve mostrare la via ma accompagnare e lasciare che il percorso venga scelto dai figli, i quali devono affrontare ogni bivio da soli, con il solo bagaglio di esperienza acquisito fino al quel momento, un genitore non deve scegliere al posto dei figli.
Una lettera toccante e profonda al tempo stesso, una lettera che tutti i genitori dovrebbero leggere ai propri figli. Perchè come dice un vecchio proverbio arabo, a loro è giusto dare ali per volare e radici per tornare.
Di seguito la lettera di Luca alle sue due bambine, scritta col cuore e non col cervello, perchè il cervello non è l’organo giusto col quale rivolgersi ai figli…
A Sara e Maia
Il mondo è incredibilmente bello. Forse l’avevo dimenticato, ma l’ho visto da lontano, e adesso ne ho le prove. Ma anche da vicino può essere meraviglioso, se guardato con gli occhi giusti: occhi come quelli vostri, che osservano con il dono della curiosità, illuminata dalla luce della meraviglia. Occhi che credono ancora all’incanto, e non se vergognano – che comprendono senza bisogno di spiegazioni.
È l’unico mondo che abbiamo, e contiene qualcosa di estremamente prezioso: il futuro. Ogni futuro è grande come il mondo intero. Il futuro, così come il mondo, non vi appartiene, ma è nelle vostre mani. È unico, ma non è mai uguale. Sembra infinito, ma è solo infinitamente fragile.
Vorrei potervi indicare la strada che porta al vostro futuro, ma non è questo il compito di un padre. Quello che invece vorrei darvi è la mappa che contiene tutte le strade, affinché voi possiate scegliere il percorso.
Siete ancora piccole per capirlo, ma voi bimbi siete molto più ricchi di noi adulti. Avete a disposizione un capitale che anche il più ricco degli uomini vi invidia: il tempo. Avete da poco iniziato a frequentare la scuola, e senza saperlo avete iniziato a investire questo vostro tesoro, per farlo crescere, trasformandolo in conoscenza, in esperienza, in ricordi. Questo è il solo bagaglio che potrete portare con voi, mentre viaggerete seguendo quella mappa che vorrei potervi dare.
Presto incontrerete i primi problemi, le prime sfide: a ogni bivio in quella mappa, dovrete contare su quel che avrete portato con voi per scegliere una strada. Inizialmente non vi sarà alcuna differenza: molte strade vi condurranno alla stessa destinazione, e cambierà solo il paesaggio, o forse la distanza.
Ma, prima o poi, il cammino che sceglierete divergerà dal precedente in maniera irreversibile, e non ci saranno molte occasioni per tornare indietro. Ho imparato questo: avrete abbastanza tempo per scegliere il vostro cammino. A volte, scoprirete che il cammino non esisteva fino a che non avrete fatto il primo passo. Non ha importanza. L’unica cosa che conta è amare camminare. Scegliete quel che amate, amate quel che avrete scelto!
E se il bivio sarà impervio – quando gli ostacoli sembreranno insormontabili, quando la luce non arriverà a illuminarvi il passo – sappiate che a volte è necessario perdersi nel buio per potersi trovare. Abbracciate le difficoltà: impreziosiranno il percorso. Cercate le sfide: renderanno il passo più sicuro.
Infine: avrete dei compagni di viaggio, che a volte seguiranno lo stesso sentiero, altre se ne allontaneranno per poi ritornarvi o per sparire per sempre. Amerete la loro compagnia, e ne sentirete la mancanza quando se ne andranno. E se porteranno via con sé parte del vostro bagaglio, controllate bene: vi accorgerete che non solo non vi mancherà nulla, ma vi sarete arricchite.
[Fonte Luca Parmitano su Esa Blog]
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