Il 20 gennaio 2014, Catherine Samba-Panza è stata eletta Presidente dal Parlamento ad interim della Repubblica Centrafricana.
La Repubblica Centrafricana è attualmente devastata dalla guerra civile ed ha eletto il suo nuovo presidente ad interim per sostituire Michel Djotodia, il presidente uscente che si è dimesso il 10 gennaio scorso. Catherine Samba-Panza, che è stata sindaco della capitale Bangui dal 2011 e dovrebbe restare in carica circa un anno, periodo di tempo durante il quale si propone di condurre il paese verso le nuove elezioni (che si terranno nel 2015) e mettere fine alla guerra civile.
L’ex sindaco è la prima donna presidente della Repubblica Centroafricana e su di lei sono investite molte aspettative e speranze del paese, che sta attraversando un momento difficilissimo, ha ottenuto una maggioranza immediata e schiacciante, ha rivolto il suo primo appello ai guerriglieri ed agli esponenti delle due religioni Cristiana e Mussulmana (la Panza è cristiana) chiedendo che i conflitti religiosi siano finalmente messi da parte e ribadendo la sua totale imparzialità a riguardo, chiarendo di essere il Presidente dell’intera Repubblica Centroafricana, non solo di questa o quella parte religiosa, a tal proposito si è rivolta ai suoi stessi figli chiedendogli di posare le armi.
Catherine Samba-Panza non è l’unica donna presidente al mondo e non è neanche l’unico esempio di come le donne spesso raggiungano posizioni politiche di rilievo più facilmente in paesi dove la posizione sociale della donna non è delle migliori, più di quanto non avvenga in paesi che si vantano di essere assolutamente “avanti” nella politica di genere. In ogni caso è interessante osservare come un paese al centro di una guerra civile abbia dato fiducia ad una donna, abbia rivolto le sue speranze in una figura femminile.
Filosoficamente parlando ci si potrebbe riagganciare proprio a quell’etica di genere che vede nelle differenze e nell’etica della cura il cuore della filosofia di genere stessa e che individua nelle differenze l’estrema ricchezza di entrambi i generi e della loro relazione. L’idea che la sensibilità, intesa nel senso più nobile, di una madre e/o comunque di una donna possa indurre a scelte politiche migliori e sicuramente più scevre da secondi fini nel momento in cui l’obiettivo finale è proprio quello di far cessare il conflitto civile, non è così sorprendente se ci si pensa bene e rappresenta un grande passo avanti da parte di questo paese e nella politica internazionale in genere, verso una maggiore apertura, che giungerebbe e sta giungendo con secoli di ritardo e verso una reale parità di genere dove le differenze si trasformino da nodi insolvibili in punti di forza.
[Fonte immagini: cnn.com]