Nel parco nazionale di Kruger in Sudafrica un elefante maschio è stato abbattuto dopo aver assalito due turisti, alla guida di un auto, che si erano avvicinati molto a lui. L’elefante stava camminando quando i due turisti si sono avvicinati con la macchina, probabilmente per riprenderlo o fotografarlo, il maschio di elefante africano si è spaventato ed indispettito ha reagito imbizzarrendosi e rovesciando la macchina con le zanne, dopo averla buttata fuori strada.
I due turisti sono rimasti feriti e sono stati portati in ospedale, l’elefante giudicato aggressivo e non compatibile con la vita nel parco, è stato abbattuto. Benché ci fossero numerosi avvisi che mettevano in guardia i turisti dall’avvicinarsi agli elefanti senza rispettare la distanza di sicurezza, ovvero quel raggio di spazio vitale che fa si che un animale selvatico non si senta attaccato, aggredito o comunque in pericolo e quindi non ritenga di dover a sua volta attaccare, non sono stati rispettati. Le distanze di sicurezza imposte nei parchi servono a tutelare la vita e l’incolumità dei visitatori ed al tempo stesso il benessere degli animali che vi sono ospitati, servono per far si che gli animali che vivono nei parchi non divengano i protagonisti silenti di un sin troppo realistico Truman Show, dove la vita degli animali non è altro che una ragione di business al servizio di spettatori paganti ed incoscienti.
Il conflitto di interessi che scaturisce in queste situazioni non è di soluzione così scontata perché se da una parte i parchi non possono e non devono trasformarsi in un business di cui seguono passivamente le leggi, dall’altra è altrettanto vero che se venisse a mancare l’aspetto economico mancherebbero anche i fondi grazie ai quali i parchi stessi si sovvenzionano permettendo così la sopravvivenza di molte specie anche dove la relazione tra uomo ed animale si è trasformata in conflitto e lotta per lo spazio abitativo/vitale a causa dei fenomeni di urbanizzazione a ridosso di giungle e foreste.
La relazione con l’animale selvatico è spesso difficile, ma nei parchi le ragioni dell’animale dovrebbero essere tutelate ed i visitatori dovrebbero rispettare la natura di chi non conosce costrizioni. I gestori del parco hanno motivato la scelta di sopprimere l’elefante dicendo che il suddetto esemplare di maschio adulto si era dimostrato già in precedenza molto aggressivo. Di fatto, l’incidente è avvenuto durante la stagione degli amori, periodo in cui gli elefanti maschi sono alla ricerca di femmine e particolarmente aggressivi e pronti all’attacco.
Troppo spesso la natura selvaggia è considerata come un semplice oggetto di studio e non come un insieme di esseri viventi che meritano rispetto. Dare delle “colpe” è difficile, forse i gestori del parco non sono stati abbastanza attenti ed espliciti nelle indicazioni e nelle regole di comportamento e nel farle rispettare, forse per superficialità, forse per ragioni economiche, forse la spavalderia dei turisti è l’unica ragione dell’accaduto, di fatto, l’unico che non era colpevole, benché responsabile, perché non si può essere colpevoli di come si reagisce se sottoposti a stimoli che vengono recepiti come un tentativo di aggressione in casa propria, ha perso la vita.
[Fonte Immagini: National Geographic]