La befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte…
Vien dal cielo con la scopa
e sui tetti pian si posa,
e poi scende lesta lesta
dai camini con la cesta.
La befana é una vecchietta
un po’ brutta poveretta,
ma ai bambini poco importa
se la cesta é colma colma
tutta piena di regali, dolci, treni,
bamboline per riempire le calzine.
La befana con la cesta
cerca, cerca la calzetta
e soltanto ai bimbi buoni
lei ci mette tanti doni
ma a chi é stato un po’ birbone,
lei la colma con carbone.
La befana é già sul tetto
presto bimbi tutti a letto!
Lasciam sola la vecchietta
a riempire la calzetta,
che doman di buon mattino
scopriremo il regalino!
Nell’immaginario collettivo la befana è una vecchietta gobba, brutta con un nasone dove spesso si può vedere un vistoso neo peloso… Una vecchietta spesso scambiata per una strega, che svolazza su una scopa, ma ha un motivo per scorrazzare sulla scopa e portare i doni ai bimbi… Dovete sapere che quando i Re Magi passarono per casa della vecchina, per chiedere informazioni sulla strada per Betlemme, le raccontarono del lieto evento al quale andavano a partecipare e la invitarono ad unirsi a loro. La vecchina rifiutò, ma qualche giorno dopo volle andare a vedere coi suoi occhi il Salvatore Gesù Bambino. Così con la sua scopa partì alla ricerca di Gesù ed in ogni casa in cui si fermava a cercare, lasciava un dono nella speranza che il bimbo fosse proprio il bambin Gesù…
La Befana arriva la notte tra il 5 e il 6 Gennaio e porta doni ai bambini che durante l’anno sono stati bravi e carbone a quelli che sono stati monelli…. anche se il carbone di zucchero che si trova ai nostri giorni nelle calze appese al camino non è proprio così malvagio!!
Il nome della Befana deriva da una corruzione lessicale di epifania, ovvero manifestazione. In Italia è una festa piuttosto famosa nelle regioni delle Marche, Toscana, Emilia Romagna, ma anche in Lazio dove a Roma la Befana arriva in Piazza Navona e in Veneto dove a Venezia viene organizzata una Regata in suo onore.
Il giorno della Befana è festa anche in Spagna, in Islanda, in Germania, in Ungheria, in Russia (col nome di Babuschka) e in Gran Bretagna, seppur in ogni nazione ci siano delle differenze di tradizioni per esempio ci sono fiaccolate in Islanda e la festa si chiama “il tredicesimo giorno dopo natale“, oppure a Barcellona dove in strada sfilano carri con i Magi ai quali i bimbi scrivono le loro letterine (quelle che in Italia scriviamo a Babbo Natale). In Ungheria invece sono i bimbi a bussare alle porte chiedendo un dono.
Ma non è solo una tradizione legata prettamente ad una vecchia strega, la befana o meglio l’epifania è il giorno in cui, ai tempi dell’antica Roma, veniva celebrata la rinascita della natura. Una sorta di passaggio dall’anno vecchio all’anno nuovo che avveniva attraverso la figura di Madre Natura. Il giorno esatto cadeva al dodicesimo giorno dopo il Dies Natalis Solis Invicti (25 Dicembre), che cadeva a poca distanza dal Solstizio d’Inverno, quando le dodici ancelle (una per giorno) avevano terminato i loro voli sui campi, e ne avevano propiziato il raccolto. E la “befana” era una sorta di fantoccio che veniva esposto nei campi e segnava l’inizio ufficiale del nuovo periodo solare ed annuale.
Comunque in ogni caso l’aspetto della Befana non deve certo spaventare, perché da ogni parte che si guardi il giorno in cui si celebra è un giorno di festa, un giorno di rinascita, un giorno propizio per tanti motivi.
Addirittura era citata nell’Enciclopedia Italiana Treccani del 1930 che recitava così:
“[…] Nell’ultima notte della sua dimora, il mondo è pieno di prodigi: gli alberi si coprono di frutti, gli animali favellano, le acque dei fiumi e delle fonti si tramutano in oro. I bambini attendono regali; le fanciulle traggono al focolare gli oroscopi sulle future nozze, ponendo foglie d’ulivo sulla cenere calda; ragazzi e adulti, in comitiva, vanno per il villaggio cantando il canto della strenna (v. Befanata), o preparano, qua e là, i focaracci, fra suoni e schiamazzi. […]”
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