Un’indagine della Peta ha portato alla luce la situazione dei conigli d’angora, i conigli a pelo lungo il cui manto è molto usato per inserti e cappucci in pelliccia. Un’investigazione dell’associazione animalista di fama mondiale ha rivelato, grazie ad un video shock, le condizioni in cui sono tenuti questi animali e il tipo di trattamento che subiscono per essere privati del pelo lungo e soffice che li ricopre che, a quanto pare, è molto appetibile per il “mercato del freddo” a basso costo che esporta in tutto il mondo giacche imbottite e rifinite con pelo animale, solitamente di coniglio, ma spesso anche di cane o gatto.
I conigli oltre ad essere tenuti in gabbie strettissime (il discorso è valido per tutti gli animali d’allevamento) sono poi sottoposti ad una specie di stripping doloroso e violento durante il quale gli viene portato via il pelo a ciuffi lasciandoli completamenti “nudi” e sanguinanti in condizioni di stress fisico e psichico enormi, quelli che sopravvivono allo stress e al dolore cronicizzano comportamenti stereotipati e compulsivi.
Scelgo in questo momento di parlare di conigli piuttosto che di altri animali destinati al settore della pelletteria o destinati agli allevamenti intensivi a scopo alimentare(dal punto di vista etico non c’è differenza, le sofferenze indotte sono ingiustificabili), per due ragioni: la prima è che in questo periodo dell’anno è fondamentale sollecitare il più possibile acquisti consapevoli di giacche, inserti e piumini; la seconda riguarda un’idea molto diffusa tra chi decide di consumare carne, ma di non acquistare pellicce e/o simili, ovvero l’opinione comune ed errata che gli inserti di coniglio siano uno “scarto alimentare”, il residuo di un animale che sarebbe stato comunque sacrificato all’industria alimentare.
E’ bene chiarire che non sarebbe possibile utilizzare animali destinati all’industria alimentare perché la “pelliccia” sarebbe irrimediabilmente danneggiata, quindi la quantità di conigli utilizzata si raddoppia, una parte è destinata all’industria alimentare, una parte a quella della pelletteria.
La totale inutilità dell’inserto di pelliccia o della pelliccia stessa è un passo fondamentale nella consapevolezza di chi si avvicina ad una cultura/atteggiamento di rispetto verso gli altri esseri viventi, la consapevolezza della gratuità del dolore inflitto ad una creatura senziente al solo scopo di “abbellire” un capo d’abbigliamento secondo un gusto macabro che vede il residuo di un essere vivente come un accessorio di moda.
Il video della Peta che segue, che sconsiglio assolutamente a chi è particolarmente sensibile alle immagini forti, contiene una denuncia cruda e assoluta, accompagnata da immagini schiette, forti, esplicite che non lasciano e non vogliono lasciare spazio al fraintendimento, ma la Peta ha avuto ragione della sua scelta e proprio grazie a queste immagini il marchio H&M ha bloccato la produzione di vestiti contenenti pelo di coniglio. Sono piccoli passi fondamentali che dimostrano la potenza di due strumenti: l’informazione e il boicottaggio etico.
QUESTO VIDEO CONTIENE SCENE DI VIOLENZA ESPLICITA