Crocus sativus, lo zafferano, che è ben diverso dalla curcuma con la quale spesso viene confuso, è definito da alcuni come pianta aromatica, da altri come spezia, la questione è un po’ ambigua come nel caso del coriandolo, in ogni caso la parte utilizzata è il pistillo, lo stimma per esattezza (il che lo differenzia nettamente dalla curcuma che è una radice) che viene poi essiccato e a volte macinato e questo lo dovrebbe annoverare tra le spezie.
Fu importato in Europa e più esattamente in Spagna, dagli arabi, ma sembra sia di origine indiana, è una pianta che si adatta sia ai climi mediorientali e asiatici (è coltivato anche in Cashmir), sia a quelli europei, in Italia è coltivato in Abruzzo, Marche e Sardegna.
Questo pistillo dal colore caldo e suadente era considerato prezioso come l’oro, veniva usato come merce di scambio ed era usato non solo per cucinare, ma anche per le sue doti benefiche e per purificare e profumare l’aria.
La leggenda lo vuole simbolo di un amore proibito, quello tra Croco e la ninfa Smilace: Croco si invaghì della ninfa a dispetto del volere degli dei, ma il suo amore gli costò le sembianze umane e fu trasformato in un fiore bellissimo e prezioso, il Crocus Sativus, ovvero, lo zafferano.
A far attraversare a questo fiore proibito il ponte tra oriente ed occidente furono gli arabi, ma sembra che sia poi approdato in terra abruzzese, nel XVI secolo, per mano di un monaco inquisitore che lo portò con se dalla Spagna.
Una volta in Italia ebbe subito una grande schiera di seguaci e le coltivazioni raggiunsero anche i 500 ettari.
In comune con la curcuma ha il colore intenso e caldo che si ricava appunto dal fiore e che deriva dalla crocina, una sostanza solubile contenuta negli stimmi e le proprietà benefiche che anche in questo caso sono numerose.
Lo zafferano è stato sempre apprezzato per le sue proprietà, le prime notizie a riguardo si trovano in alcuni testi persiani dove era citato come rimedio per i problemi respiratori e gastrici, attualmente ci sono degli studi che ne considerano le capacità antidepressive e stimolanti del sistema nervoso.
Se per molti versi va annoverato tra le spezie, dobbiamo però dire che abbiamo la possibilità di coltivarlo in vaso come raramente accade di poter fare con le spezie, eccezion fatta per il peperoncino.
Per coltivarlo con dei buoni risultati dobbiamo scegliere bene il tipo di terriccio o di terreno se coltivate in giardino, in questo caso è fondamentale che sia ben drenato ma senza ristagni d’acqua che danneggerebbero i bulbi ed eliminare eventuali sassi. Una volta trovato il terreno adatto concimatelo (con concime non chimico) e avviate la vostra piccola coltivazione.
I bulbi devono essere interrati a una profondità di circa 10-12 centimetri e devono essere distanti l’uno dall’altro 10-15 centimetri, il mese ideale è luglio. Una volta piantati tutti i bulbi, ricordate che non vi chiederà molta acqua e solitamente potrete avere i primi fiori dopo 3 o 4 mesi, allo scadere dei quali potrete raccogliere i primi fiori (tra fine settembre ed ottobre). Per raccogliere nella giusta maniera i pistilli staccateli direttamente alla base dello stelo. Una volta raccolti, lasciateli essiccare al sole, potrete poi macinarli o usarli interi.