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Lampadine a risparmio energetico: ecco cosa fare in caso di rottura

Di Daniela Bella - 14 Novembre 2013

La lampadine fluorescente, comunemente conosciute come lampadine a risparmio energetico, sono delle particolari lampadine a scarica in cui l’emissione luminosa è indiretta, perchè l’emittente non è il gas ionizzato, ma un materiale fluorescente.

Le lampade fluorescenti hanno una vita media maggiore rispetto a quelle a incandescenza, ma la loro durata può essere fortemente influenzata dal numero di accensioni e spegnimenti, a meno che non si usi un pilotaggio elettronico: ognuna di queste operazioni, infatti, riduce la vita della lampada, a causa dell’usura subita dagli elettrodi per il maggior numero di preriscaldamenti richiesti. In poche parole, il corretto uso della lampadina a risparmio energetico sarebbe quello di accenderla e farla lavorare per svariati minuti (o ore) senza continue interruzioni.

A differenza delle lampade a incandescenza, inoltre, queste lampade perdono leggermente in quantità di flusso luminoso emesso nel corso del tempo, inoltre i modelli meno recenti possono impiegare generalmente qualche minuto per arrivare al massimo di emissione possibile dopo l’accensione.

C’è chi sostiene, inoltre, che queste lampadine fluorescenti arrechino fastidio e danni a persone con problemi di fotosensibilità, come elettrosensitività, autismo, epilessia ed emicrania, ed emettano radiazioni pericolose di UV-B e di UV-C. Ma c’è anche chi ritiene che buona parte di queste critiche siano del tutto infondate ed inconsistenti.

Benchè possano stimare un notevole risparmio energetico, queste lampadine contengono al loro interno piccole quantità di mercurio che, in caso di rottura accidentale, si disperde nell’ ambiente “alterando” l’ area circostante.

Cosa fare, dunque, in caso di rottura di una lampada fluorescente? Si può incappare in problemi? Se lo smaltimento viene eseguito correttamente non si corre alcun rischio, ma, se tale smaltimento non avviene seguendo precisi accorgimenti o non avviene affatto, allora sì, qualche problema potrà esserci.

Ma noi vogliamo darvi una mano, così da evitare eventuali rischi per la salute e danni per l’ambiente. Anzitutto, ecco cosa fare in caso di rottura di una lampadina fluorescente:

1. Aerare la stanza per almeno 10-15 minuti e spegnere eventuali sistemi di condizionamento.

2. Fare uscire dalla stanza bambini ed eventuali animali domestici.

3. Non usare aspira polveri o scopre, che potrebbero disperdere le particelle di mercurio nell’aria. Qualora sia necessario l’utilizzo di un aspirapolvere, ricordarsi di rimuovere il sacchetto interno e riporlo in un sacco di plastica a chiusura ermetica.

4. Raccogliere il materiale aiutosi con elementi rigidi, come fogli di cartone. Riporre poi il materiale raccolto all’interno di contenitori ermetici, come vasi di vetro o sacchetti di plastica.

5. Se i vestiti sono entrati in contatto con le polveri interne fuoriuscite dal bulbo, non lavarli assolutamente in lavatrice: ripulirli eventualmente con tovaglioli di carta o stracci bagnati, poi da riporre all’interno dei suddetti contenitori ermetici.

In seguito, le lampadine fluorescenti devono essere smaltite come materiali RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche), non con il Vetro: possono essere consegnate al centro di riciclaggio, presente spesso presso le discariche comunali, oppure al rivenditore.

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