Questa è la storia di Vadim, 12 anni, e di Abi, il suo passerotto. Abi era caduto dal suo nido, e si sa che i nidiacei hanno pochissime probabilità di sopravvivenza senza il calore dei fratelli e la mamma che li imbecca. Invece Vadim ce l’ha fatta. Ha salvato Abi e lo ha allevato per 2 mesi.
I nidiacei sono soggetti ad imprinting , cioè considerano la loro mamma la prima cosa che vedono, e probabilmente Abi anche se non era così piccolo quando è caduto dal nido. Ma l’affetto e la dedizione di Vadim hanno fatto si che l’uccellino si affezionasse al ragazzino, permettendo a se stesso di sopravvivere. Anche se ora è abbastanza grande da volar via, l’uccellino ha deciso di restare nell’abitazione della nonna di Vadim, in modo da poter restare col suo amico umano.
I nidiacei non sono facili da allevare: bisogna tener conto di quanto sono piccoli e di quanto sono abituati ad essere imbeccati dalla mamma.
Due anni fa, mi è stato portato un passerotto, una femmina, ancora implume. Ho provato prima coi biscotti, che io masticavo per rendere in “pappetta” abbastanza malleabile da formare dei vermetti e poterlo imbeccare. Poi sono passata alle larve di camole, che gradiva tantissimo. Piano piano sono passata agli omogeneizzati di frutta e poi i pezzetti. Ho passato 2 mesi con un passerotto sulla spalla, sembravo Long Jhon Silver con un pappagallo venuto male, avevo le magliette sporche perchè ad un uccellino si sa che non gli si può mettere il pannolino, ma non importava… lo chiamavo, si chiamava Ciribì, e lei mi svolazzava sulla spalla e mi si accoccolava tra i capelli. Non so quanto sia giusto tenere un uccellino in casa, la mia di certo non è mai stata chiusa in gabbia, ma aveva un nido di vimini con dentro una vecchia calza. La notte la mettevo dentro ad una bacinella e la coprivo con un panno, ma è sempre stata al sicuro.
Poi è volata via…. mi è dispiaciuto tanto, ma non potevo tenerla in casa con 5 gatti. Spero che abbia avuto la fortuna di vivere libera…
[fonte:LaRepubblica.it]
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