La nostra confettura di marmellata biologica, a quanto pare, è altamente radioattiva.
E’ questo quanto segnalato dal distretto Shibuya-ku di Tokyo, tanto da essere stato revocato l’ordine di ben 5.184 barattoli di confettura di mirtillo bio con scadenza anteriore al 17 ottobre 2015.
Con precisione si fa riferimento alla marmellata biologica “Fiordifrutta” ai mirtilli neri prodotta dalla Rigoni di Asiago e importata dalla Mie Project. Stando alle rilevazioni delle autorità sanitarie locali, infatti, è stata rilevata nella nostra marmellata una presenza di Cesio 137 pari a 140 becquerel (Bq) al chilogrammo, mentre il tetto massimo consentito in Giappone è di 100 becquerel (Bq) al chilogrammo.
Stando alle dichiarazioni della Mie Project, i mirtilli utilizzati proverrebbero dalla Bulgaria e l’elevata radioattività potrebbe risalire all’incidente nucleare di Chernobyl in Ucraina nel 1986. Tuttavia, va detto che i livelli di radioattività massima consentiti non sono uguali in tutto il mondo, e in Europa sono in vari casi di oltre 10 volte superiori a quelli restrittivi introdotti in Giappone nell’Aprile del 2012.
Le marmellate in questione, dunque, benchè in Giappone superino il limite massimo consentito, presentano un livello di radioattività che rientra nella norma vigente in Europa.
Tutto partì da un’indagine autonoma condotta dal giornale giapponese “Shukan Asahi“, il quale aveva posto una serie di verifiche a tappeto sui prodotti alimentari europei, tra cui i nostri. Questo perchè i giornalisti avevano cominciato a ricevere informazioni secondo cui alla dogana erano state rilevata radioattività più alte del consentito in marmellate vendute dall’Ikea come “private brand“. E da qui, dunque, si è deciso di procedere con i controlli.
Andrea Rigoni, amministratore delegato della Rigoni di Asiago spa, a GreenMe.it ha spiegato:
“I fatti sono questi: in Giappone una rivista ha commissionato un’analisi su diversi prodotti, tra cui anche i nostri. In uno dei tanti lotti della nostra confettura analizzati è stata riscontrata una radioattività superiore a quella concessa attualmente in Giappone. In questa vicenda siamo scagionati dal nostro distributore, che non ci ha comunicato i nuovi limiti. In pratica, il problema sollevato circa la radioattività rilevata riguarda direttamente l’abbassamento dei limiti dei prodotti europei venduti in Giappone. Tutto questo, per farla breve, non sarebbe successo se Mie Project ci avesse informato, mentre il nostro prodotto resta a norma per tutti i Paesi del mondo. La frutta impiegata per Fiordifrutta proviene da filiera controllata e su di essa si svolgono costantemente analisi di qualità interne e attività di vigilanza da parte di Autorità. Durante le analisi non si sono mai verificate non conformità…”
In poche parole il vero problema si nasconde dietro una “implicita” guerra commerciale che si è aperta tra Europa e Giappone da quando, dopo Fukushima, l’Unione Europera ha deciso di controllare i prodotti nipponici. E dunque il Giappone avrebbe adesso trovato “il modo di vendicarsi”. Ma l’allerta sui mirtilli radioattivi resta comunque ingiustificata.
Ringoni, infatti, ha proseguito dicendo:
“Questa è una notizia che crea un allarme inutile, dal momento che le quantità di radioattività sono minime e che, comunque, non hanno niente a che fare con la nostra azienda o con la nostra professionalità. O le autorità europee non si sono mai preoccupate della nostra salute, o i livelli di contaminazioni in questione non sono poi così rilevanti. Dal mio punto di vista si tratta di una vera e propria guerra commerciale, che ha preso come pretesto, in questo caso, un nostro prodotto…”
Insomma, sembra proprio che in questo caso si è trattato solo di un falso allarme, poichè tutti i mirtilli venduti in Italia sono prima controllati e certificati. Possiamo essere davvero sicuri dei nostri prodotti?
[fonte:greenme.it]
✰✬✰✬✰✬✰✬✰✬✰✬✰✬✰✬✰✬✰✬✰✬✰✬
Seguiteci sulla Fanpage di Facebook EticaMente