Il lavoro dell‘insegnante è prima di tutto una passione, una filosofia di vita. Un buon insegnante lo è anche nella vita di tutti i giorni, fuori da scuola. Non deve fingere con i suoi alunni, deve essere sè stesso e cercare di trasmettere la propria passione.
Essere insegnanti – ma questo vale anche per qualsiasi lavoro – è una missione di vita. Capita purtroppo che molte persone si ritrovino ad insegnare avendo perso o mai riconosciuto la propria missione di vita. Forse erano più portati a dipingere, a lavorare in ufficio, ad essere scrittori.
Ognuno dovrebbe porsi ogni giorno la domanda “sono nato per fare questo?“. E solo se la risposta è affermativa è giusto continuare per la propria strada e migliorarsi sempre più. In caso contrario è doveroso fermarsi e riflettere e costringerci a trovare finalmente la via della propria missione.
Oggi vi vogliamo mostrare una scena del film “La tigre e la neve” nella quale Roberto Benigni interpreta un docente. Egli spiega cos’è la poesia.
Non è seduto in cattedra, non utilizza libri… gli unici strumenti sono sè stesso e la propria passione. Ha bene in mente il fine che vuole ottenere: non è lì per dare dei voti. Egli vuole trasmettere il proprio sapere e il proprio amore per la poesia. E per raggiungere questo scopo utilizza tutti i mezzi necessari: l’ironia, l’esagerata mimica e gestualità, la sorpresa, il divertimento…
E con questa meravigliosa scena vorrei proprio augurare agli insegnanti che lo fanno per passione di riuscire a trovare il modo di divertirsi insieme ai propri alunni e di trovare il modo giusto per trasmettere il sapere. Che non deve per forza essere così plateale: ognuno può plasmare il modo di insegnare al proprio carattere ma ci deve essere la passione, la creatività, il divertimento.
Perchè andare a scuola deve essere uno spettacolo, un pozzo inesauribile dove può essere placata in parte l’immensa sete di conoscenza dei ragazzi.
Una scuola così è possibile, un solo insegnante appassionato può fare la differenza…
Ecco il testo della lezione di Benigni:
“Su su.. svelti, veloci, piano, con calma…
Poi non v’affrettate, non scrivete subito poesie d’amore, che sono le più difficili, aspettate almeno almeno un’ottantina d’anni.
Scrivetele su un altro argomento… che ne so… sul mare, il vento, un termosifone, un tram in ritardo… che non esiste una cosa più poetica di un’altra!
Avete capito?
La poesia non è fuori, è dentro… Cos’è la poesia, non chiedermelo più, guardati nello specchio, la poesia sei tu…
..e vestitele bene le poesie, cercate bene le parole… dovete sceglierle!
A volte ci vogliono otto mesi per trovare una parola!
Sceglietele…che la bellezza è cominciata quando qualcuno ha cominciato a scegliere.
Da Adamo ed Eva… lo sapete Eva quanto c’ha messo prima di scegliere la foglia di fico giusta!!!
“Come mi sta questa, come mi sta questa, come mi sta questa..” ha spogliato tutti i fichi del paradiso terrestre!
Innamoratevi, se non vi innamorate è tutto morto… morto!
Vi dovete innamorare e tutto diventa vivo, si muove tutto… dilapidate la gioia, sperperate l’allegria e siate tristi e taciturni con esuberanza!
Fate soffiare in faccia alla gente la FELICITÀ! E come si fa? …fammi vedere gli appunti che mi sono scordato… questo è quello che dovete fare…
non sono riuscito a leggerli!
Per trasmettere la felicità, bisogna essere FELICI e per trasmettere il dolore, bisogna essere FELICI.
Siate FELICI!!!
Dovete patire, stare male, soffrire.. non abbiate paura di soffrire, tutto il mondo soffre!
E se non avete i mezzi non vi preoccupate… tanto per fare poesie una sola cosa è necessaria… tutto.
Avete capito?
E non cercate la novità… la novità è la cosa più vecchia che ci sia…
E se il verso non vi viene, da questa posizione, né da questa, ne da così, buttatevi in terra! Mettetevi così!
Ecco… ohooo… è da distesi che si vede il cielo…
guarda che bellezza…perché non mi ci sono messo prima…
I poeti non guardano, vedono.
Fatevi obbedire dalle parole… Se la parola ‘muro’ non vi da retta, non usatela più…per otto anni, così impara! Che è questo, bhooo non lo so!
Questa è la bellezza, come quei versi là che voglio che rimangano scritti li per sempre…
forza, cancellate tutto che dobbiamo cominciare!
La lezione è finita.
Ciao ragazzi ci vediamo mercoledì o giovedì…
Ciao arrivederci”
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