Il rapporto che abbiamo con gli animali è davvero alquanto strano.
Innanzitutto abbiamo socialmente diviso gli animali in categorie di serie A e in categorie di serie B: i primi li trattiamo come “oggetti” pensando di far loro del bene, i secondi li sfruttiamo, li maltrattiamo e poi li uccidiamo.
Vivere in armonia con gli animali vuol dire rispettarli: rispettare la loro nutrizione naturale, il loro bisogno di muoversi e correre o volare o nuotare in ampi spazi, il loro diritto ad essere liberi.
Un animale, come anche una persona, non può appartenerci. Non lo possiamo considerare nostro, non siamo i suoi padroni. Non è un oggetto.
Ecco perchè sono contraria al modo in cui vengono maltrattati gli animali di serie B ma anche a come vengono trattati quelli di serie A: rinchiusi in gabbie, impossibilitati a correre in ampi spazi, costretti a nutrirsi di mangimi creati dall’uomo (crocchette e quant’altro), obbligati a vivere senza i propri simili. Io questo non lo chiamo amore.
Oggi, però, ho trovato in rete un’idea che mi è piaciuta molto. Un modo di accogliere gli uccellini rispettoso e significativo.
Invece di rinchiudere gli uccellini in gabbia (che senso ha qualcuno prima o poi me lo deve spiegare!) eccovi la casetta integrata nelle tegole della casa: un’idea del desinger olandese Klaas Kuiken.
In questo modo ci sdebitiamo anche del fatto che in città ci sono sempre meno alberi e gli uccellini sono costretti a crearsi i nidi in luoghi non adatti e talvolta anche pericolosi.
Magari chi ha uccellini in gabbia nel proprio appartamento si chiederà che senso ha una casetta del genere, dove sta il legame tra uomo e animale, che piacere c’è se non si può toccare l’uccellino o vederlo… per tutte le persone che la pensano così rispondo che l’amore è proprio questo: accogliere ma mai incatenare, donare senza mai la pretesa di ricevere.
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