Sono l’attore Giorgio Panariello e la presentatrice Licia Colò a realizzare un video per www.sosdelfini.org, creato per sostenere la campagna europea promossa dall’associazione spagnola Faada e realizzata in collaborazione con Born Free Foundation.
“Per ogni delfino che sopravvive in un delfinario, la maggior parte muore nel tentativo di adattarsi. Molti cadono in depressione e si rende necessario dar loro tranquillanti e farmaci per ridurre stress e aggressività provocati dalla vita in cattività. Chi visita questi centri sta ignorando la loro sofferenza“. [Panariello]
A parlare di cosa sia un delfino in un delfinario è Albert Lopez, ex responsabile degli allenatori di mammiferi marini dello zoo di Barcellona, ex responsabile del delfinario Oltremare ed ex consigliere dell’Acquario di Genova, che fa un’affermazione davvero cruciale per cominciare a capire cosa vuol dire per i delfini vivere in cattività: “i delfini nei parchi acquatici stanno male e fanno quello che fanno durante gli spettacoli solo perché sono spinti dalla fame“.
Anche la LAV e Marevivo ne parlano: “in Italia i delfinari non hanno alcuna funzione educativa né scientifica o di conservazione della specie, ovvero non rispettano queste caratteristiche obbligatorie per legge, facendo invece spettacolo: un inganno che i potenziali visitatori devono conoscere e a cui dobbiamo mettere fine, a tutela degli animali imprigionati in questa inaccettabile, forzata cattività“.
La cosa grave è che per i bambini il delfinario è un luogo altamente diseducativo, come i circhi. La vita degli animali non è fatta di palline colorate, salti nei cerchi e premiazioni che in realtà sono veri e propri ricatti: Se salti mangi altrimenti stai senza!
Il presidente della LAV Gianluca Felicetti contesta la nuova vasca per i delfini progettata da Renzo Piano per l’Acquario di Genova e la definisce un “ergastolo costato ben 26 milioni di euro, di cui il 90% a carico dei contribuenti“.
E poi c’è l’affermazione del sindaco di Genova dove spiega che “l’acquario rappresenta un’occasione per conoscere la biodiversità e quindi per amare a rispettarla“.
Ecco cosa controbatte la LAV: “Altro che riproduzione dell’ecosistema marino, questa è una mistificazione della realtà, messa in una tinozza di cemento e vetro di fatto è uno spettacolo, diseducativo, spacciato come propedeutico alla difesa dei delfini, mentre è giocato sulla loro sofferenza. L’unica conservazione operata è quella degli interessi di una società a fini di lucro. Non crediamo che l’idea di guadagnare sulla pelle degli animali sia una lezione che vorremmo dare ai bambini. La struttura è profonda dai 5,8 ai 7 metri, quando un delfino in natura si immerge fino a 800 metri e nuota per decine di miglia al giorno in mare aperto. Libero.“
Cerchiamo di evitare di visitare queste gabbie, eviteremo di sostenere questa pratica di spettacolo con gli animali, e diffondiamo il messaggio.