“Quando si parla di sviluppo, di crescenza, si parla di un fatto constatabile esteriormente, ma che è stato da ben poco tempo penetrato in qualche particolare del suo meccanismo interno. Negli studi moderni vi sono due contributi per penetrare tale conoscenza: uno è lo studio delle glandole a secrezione interna, che riguardano la crescenza fisica e si sono rese subito popolari per la immensa influenza che hanno avuto sulla cura dei bambini. L’altro è quello dei periodi sensitivi, che apre nuove possibilità di comprendere la crescenza psichica.
Si tratta di sensibilità speciali, che si trovano negli esseri in via di evoluzione, cioè negli stati infantili, le quali sono passeggere e si limitano all’acquisto di un determinato carattere: una volta sviluppato questo carattere, la sensibilità finisce: e così ogni carattere si stabilisce con l’aiuto di un impulso, di una possibilità passeggera” (Maria Montessori ne “Il segreto dell’infanzia”).
I periodi sensitivi si manifestano come una sorta di fascio di luce che parte dagli occhi e illumina solamente una determinata attività sulla quale il bambino si concentra per alimentare il suo organo psichico in formazione. Alcuni si manifestano con tale forza che se lasciati liberi di sperimentare si sviluppano e si normalizzano, se intralciati ci si imbatte in crisi pesanti manifestate con pianti inconsolabili, urla e forte nervosismo.
Uno dei periodi sensitivi che si sviluppa con maggior veemenza è il periodo dell’ordine.
Non è l’ordine che viene normalmente inteso da noi adulti, anzi, a volte appare in modo misterioso e non lo comprendiamo. A volte ci arrabbiamo addirittura con i nostri bambini perché sembra che essi vogliano farci saltare i nervi appositamente, mentre invece rispondono ad un loro senso dell’ordine per noi incomprensibile.
Cito ora un esempio della Montessori: ” mi trovavo con una piccola comitiva nel passaggio attraverso la grotta di Nerone a Napoli: era con noi una giovane signora che conduceva un bambino di un anno e mezzo di età, troppo piccolo davvero per poter percorrere a piedi quel tratto sotterraneo che attraversa tutta una collina. Infatti dopo qualche tempo il bimbo si stancò e la signora lo prese in braccio. Ma lei stessa non aveva calcolato le proprie forze: era accaldata e si fermò per togliersi il soprabito e metterselo sul braccio e con quell’ingombro raccolse anche il bambino. Questi si mise a piangere e il suo pianto cresceva e diventava sempre più clamoroso. La mamma cercava invano di calmarlo: era evidentemente esausta e cominciava a diventare nervosa. Tutti alla loro volta furono turbati e naturalmente offersero aiuti. Il bimbo passò da braccia a braccia sempre più agitato: e ognuno lo esortava e gridava, peggiorando la situazione. Sembrò necessario che lo riprendesse la madre. Ma ormai si era giunti all’apice di quello che si chiama capriccio; e sembrò davvero una situazione disperata.
Qui la guida intervenne e con la sua energia di uomo deciso strinse il bambino tra le braccia robuste. Allora cominciò da parte del bambino una reazione veramente violenta. Io pensavo che queste reazioni hanno sempre una causa psicologica di sensibilità interna e feci un tentativo: mi avvicinai alla madre del bambino e le chiesi: ” signora, mi permette di aiutarla ad infilare il soprabito? ” Essa mi guardò stupita perché aveva ancora caldo, ma, confusa, corrispose alla mia richiesta e si lasciò rivestire. Immediatamente il bambino si calmò; finirono le lagrime e l’agitazione e disse più volte: “to, palda” che voleva significare “il paletot sulle spalle”: sì, mamma deve tenere il paletot sulle spalle, sembrava che pensasse; “finalmente mi avete capito”. Tese le braccia alla mamma e tornò con lei sorridente; il viaggio finì nella più grande tranquillità. Il soprabito è fatto per stare sulle spalle e non per rimanere come un cencio sul braccio e quel disordine sulla persona della mamma era stato causa di un conflitto inquietante”.
Certamente per noi come per le persone coinvolte in quel momento non sarebbe stato facile comprendere la causa di quella disperazione. Conoscere l’esistenza dei periodi sensitivi può aiutare a comprendere certi comportamenti apparentemente incomprensibili. I bambini in questo periodo desiderano che ogni cosa sia al suo posto e non la cercano in un altro se non le trovano dove sono sempre state. E ciò non è sinonimo di poca intelligenza ma appunto di un senso dell’ordine che non viene rispettato e per loro non ha senso. Per questo è molto importante nel lavoro dell’aprire le scatoline, che la sorpresa presente in una scatola sia sempre la stessa. In questo modo viene rispettato questo ordine. Vi pongo ora sotto attenzione un altro esempio: avete notato che i bambini verso i 2/3 anni di età giocano a nascondino ma si nascondono sempre nello stesso posto? Bene, questo non è per poca intelligenza, ma perché il loro piacere in questo gioco sta nel fatto di ritrovare una cosa o una persona sempre nello stesso posto!
La Montessori dichiara a tal proposito che “Tutto questo dimostra che la natura pone nel bambino la sensibilità all’ordine, come costruzione di un senso interno che non è la distinzione tra le cose, ma la distinzione dei rapporti tra le cose; e perciò collega l’ambiente in un tutto ove le parti sono tra loro dipendenti. In tale ambiente conosciuto nel suo insieme diviene possibile orientarsi per muoversi e raggiungere degli scopi: senza tale acquisto mancherebbe il fondamento della vita di relazione”.
E ancora: “La sensibilità all’ordine esiste contemporaneamente nel bambino sotto due aspetti: quello esteriore che riguarda i rapporti tra le parti nell’ambiente, e quello interno, che dà il senso delle parti del corpo che agiscono nei movimenti e delle loro posizioni: ciò che si potrebbe chiamare orientamento interno. L’orientamento interno è stato oggetto di studio della psicologia sperimentale, che ha riconosciuto un senso muscolare il quale permette di rendersi conto della posizione delle varie membra del corpo e fissa una memoria speciale: la memoria muscolare”. Alla quale si fa appello anche per l’approccio alla scrittura!
Questa teoria però abbraccia solamente il movimento cosciente mentre il bambino ha dimostrato una sensibilità speciale per le posizioni del corpo, ben prima del movimento cosciente.
La Montessori ci tiene a precisar che “Le prove negative che denunciano l’esistenza non solo, ma l’acutezza di questo periodo sensitivo, si hanno quando nell’ambiente esistono delle circostanze che ostacolano il tranquillo svolgersi delle conquiste creative. Allora nasce nel bambino una agitazione viva e spesso violenta, che ha non solo i ben noti caratteri del capriccio invincibile, ma che può assumere apparenze di malattie che resistono ad ogni cura, persistendo le circostanze favorevoli. Tolto l’ostacolo, spariscono invece immediatamente, così il capriccio come la malattia: dimostrando in modo chiarissimo la causa del fenomeno”.
Un esempio citato da Maria Montessori riguardava un bambino molto piccolo, affidato ad una nurse, che dovendosi allontanare dalla famiglia che glielo aveva affidato, lo affidò ad un’altra nurse in attesa del suo ritorno. La sostituta ebbe dei problemi nel fare il bagno al bimbo, poiché questi strillava e si dimenava. Al ritorno della prima nurse il bimbo ridivenne calmo e tranquillo anche durante il bagno. Perché? Perché la nurse sostitutiva gli faceva il bagno al contrario. Ovvero teneva la testa con la mano sinistra mentre la prima la teneva con la destra. Pensate quanto l’orientamento interno del bambino veniva messo in discussione con quell’azione che all’apparenza non aveva nessuna differenza. E quanto questo creava difficoltà psichiche al bimbo che tentava di ribellarsi nell’unico modo che gli era possibile.
Molte riflessioni nascono da questi esempi… Lascio a voi le vostre.
E ricordatevi che i bambini non vogliono farci saltare i nervi quando ci chiedono di farsi versare l’acqua dalla mamma invece che dal papà, c’è sempre una spiegazione interna dietro!
Vivere Montessori vi augura una buona comprensione del senso dell’ordine dei vostri bambini!
Educatrice Manuela Griso