Tra pochi giorni tutto il mondo scenderà in piazza per la consueta festa di fine anno. E la tradizione vuole che la notte del 31 dicembre sia spesso illuminata dai tradizionali botti e fuochi pirotecnici.
Questi spettacoli, che per consuetudine accompagnano anche sagre, matrimoni ed eventi di ogni genere, hanno raggiunto un grado di perfezione e bellezza particolari, tanto che qualcuno li vorrebbe promuovere come una nuova forma di architettura. Accompagnando gli spettacoli con della musica sincronizzata, si è anche coniato il termine piromusicale, che comunque è sinonimo di altissimo costo, perchè la corretta realizzazione scenografica necessita di ore ed ore di studio e preparazione.
Tutti questi aspetti sono innegabili, ma come spesso accade c’è sempre un rovescio della medaglia, che molto spesso non è conosciuto, oppure e sottovalutato: l’eccezionale inquinamento atmosferico.
Il processo di fabbricazione dei fuochi d’artificio prevede l’utilizzo di centinaia di composti, che poi vengono rilasciati nell’aria e nel territorio. Nel Web è rintracciabile copiosa documentazione sui componenti di fabbricazione, ed anche i più sprovveduti in chimica elementare possono intuire la verità: e cioè che si fa uso di troppe sostanze velenose ed inquinanti.
Tra questi (1):
Per i fumi: arsenico, antracene, tetracloruri
Per luci bianche o colorate: alluminio, clorati vari, cloruro mercuroso, nitrati, ossalati, perossidi, solfati e solfuri
Per effetto <getto> : filiera, formata da piccoli aghi di metallo
Per effetto <fischi>: acido gallico, acido picnico
Per colori azzurro: solfati di rame
Per effetto <scie>: ferro, carbone amorfo
Per colori verde: clorato di barite
Per colori rosso: clorato di stronziana
Per altri effetti: piombo
N.B. La maggior parte degli ingredienti descritti sono velenosi. Per quanto riguarda i
I fuochi d’artificio sono azionati da polvere pirica nera (polvere da sparo denominata AKA). Questa sostanza è costituita da un ossidante (nitrato di potassio), un combustibile (carbone), e un acceleratore (zolfo). Per ogni 270 grammi di polvere nera usata, 132 grammi di biossido di carbonio vengono immessi nell’ambiente, soprattutto nell’aria sotto forma di micropolveri sottili. Il resto si trasforma in solfuro di potassio ed azoto, sempre sotto forma di micropolveri sottili ed ultrasottili.
Quante milioni di tonnellate di fuochi d’artificio sono state sparate per festeggiare ogni fine dell’anno in Europa? E quanto inquinamento hanno determinato? Una stima di massima stabilisce che tra i 18.000 ed i 25.000 fuochi d’artificio vengono sparati in Europa per Capodanno. Un’usanza che si ripete in tutto il Mondo, nell’arco di 24 ore.
Secondo dati del Consiglio nazionale per la sicurezza dei fuochi d’artificio, nel 2006 negli Stati Uniti sono stati consumati circa 123 milioni di chilogrammi di fuochi d’artificio, di cui solo 9,5% erano da ritenersi “legali”. I restanti fuochi artificiali (ed altro) sono venduti in bancarelle abusive lungo le strade.
Come viene scritto sul Blog ecologiae.com (2): “L’unità standard per la misurazione delle emissioni dei gas che creano l’effetto serra è la tonnellata, quindi convertendo il volume 2006 dei fuochi d’artificio consumati nei soli Stati Uniti si ottengono 123.422 tonnellate. Dal momento che 270 grammi di polvere nera creano 132 grammi di biossido di carbonio, siamo in grado di moltiplicare tale rapporto (132/270 = 0,4889) per il volume dei fuochi d’artificio per ottenere l’annuale emissione degli Stati Uniti dai fuochi d’artificio: 60.340 tonnellate. Questo è più dell’emissione di 12.000 automobili in un anno, o le emissioni di 115.000 lampadine lasciate ininterrottamente accese per un anno”.
Se consideriamo che, in Europa, le stime dei botti sono più o meno uguali, forse abbiamo un’idea di quanto ci costa, in termini di inquinamento, il Capodanno.
A Milano l’Arpa rileva dal 2001 che l’incremento di polveri sottili ed ultra sottili nelle ore successive al Capodanno, è pari a + 35% (3). Quando poi si è controllato il dato 2008, si è rilevato che il giorno di capodanno la concentrazione PM10 era superiore di ben tre volte il valore limite di 50 microgrammi/m3, valore che si poteva attribuire solo alla combustione dei fuochi pirotecnici.
Questi riscontri sono stati la motivazione adottata dal sindaco Giuliano Pisapia a vietare i fuochi, nel 2011 e 2012 in coerenza alle ordinanze antismog adottate precedentemente. Si calcola che dopo di allora, siano state ben duemila le Ordinanze simili in tutta Italia.
Alle motivazioni ecologiche, che interessano anche la salvaguardia di migliaia di animali che fuggono o subiscono conseguenze anche mortali per lo spavento dai botti (ben seimila nel solo 2012), in questi anni di crisi ecologica si aggiunge una fondata e ben comprensibile questione etica.
Gli spettacoli pirotecnici sono molto costosi. Da più parti si sono levate proteste contro quella che è effettivamente una spesa inutile, oltre che deleteria, soprattutto quando la spesa è sostenuta da enti parrocchiali che potrebbero utilizzare ben meglio i contributi, e invece sono in perenne gara tra loro, a colpi di spettacolo più grosso e ovviamente costoso, che appare una forma di mancanza di sensibilità: “chi commissiona fuochi d’artificio sempre più costosi, lunghi e roboanti spesso mette in atto un meccanismo compensatorio della propria pochezza di fede, ormai ridotta in modo preoccupante alle dimensioni di una lenticchia” scriveva Matteo Della Torre su Uomoplanetario.org.
Una voce di spesa legata a questi spettacoli è pure entrata nel capitolo tangenti a Roma (4).
Insomma, uno spettacolo che inizia ad essere veramente “poco gradito” anche dagli Italiani.
Lorenzo Guaia
1) “Pirotecnia e fuochi artificiali” di Dott. Attilio Izzo – “Manuale pratico per la fabbricazione dei fuochi artificiali” di T. De Francesco. – ARPA Lombardia – Dott. Vorne Gianelle “Relazione tecnica sull’impatto dei fuochi artificiali del capodanno 2008 sul PM10 a Milano”
2) http://www.ecologiae.com/fuochi-dartificio-ecologici/11692/
3) Articolo dell’agosto 2014:
http://www.uomoplanetario.org/wordpress/2014/08/fuochi-dartificio-grandi-fede-piccola/
4) http://www.repubblica.it/spettacoli/musica/2013/07/29/news/bellamy_muse_tangenti-63934072/