La crisi non è da allontanare ma da attraversare. E’ l’unico modo per sciogliere nodi, prendere decisioni, avviare cambiamenti.
E’ arrivato il momento di spogliarci da tutti i pregiudizi legati alla crisi: non è una sfortuna, una disgrazia fine a se stessa o un fallimento. Ma un’occasione di crescita, di arricchimento, di conoscenza di sé.
La crisi può essere una vera benedizione per ogni persona e per ogni nazione, perché è proprio la crisi a portare progresso. La creatività nasce dall’angoscia, come il giorno nasce dalla notte oscura. È nella crisi che nasce l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie.
(Albert Einstein)
Attribuire colpe a se stessi o ad altri per aver fatto nascere una crisi è solo un modo per fuggire dai significati che ogni crisi porta con sé e che vuole portarci. Ciò che siamo chiamati a fare dinnanzi al dolore, al disorientamento e alla confusione è aprire finalmente i nostri occhi interiori. Per poterci scorgere l’occasione di cambiamento.
Non è facile destarci dalla nostra vita di sempre e cambiare prospettiva e modo di pensiero, ma la crisi giunge proprio per aiutarci in questo. Se riusciamo ad abbandonare scuse, pregiudizi, paure e difese siamo in grado di scorgere la via indicata dalla crisi stessa.
In una congiuntura negativa bisogna affidarsi alla creatività: fare della crisi un’opportunità per reinventarsi. Un’altra dote indispensabile è l’ubiquità: essere flessibili, non vincolati a vecchi schemi e a un’immagine rigida della propria persona.
(Jacques Attali)
Nel dolore, nella frantumazione delle nostre certezze e nella confusione che ogni crisi porta con sé possiamo assistere a due tipi di risposte: possiamo farci annientare dagli eventi oppure cavalcarli come un surfista con le onde. Nel primo caso diventiamo servitori delle nostre paure. Se invece decidiamo di sfruttare il maremoto che c’è dentro di noi emerge una forza interiore che non pensavamo di avere.
E’ una forza speciale che nasce solo nei momenti di forte crisi. E’ la nostra ricompensa al dolore che abbiamo scelto di vivere in modo costruttivo e non distruttivo. E’ un’energia così potente da renderci particolarmente vitali, svegli, determinati.
I momenti di crisi raddoppiano la vitalità negli uomini. O forse, più in soldoni: gli uomini cominciano a vivere appieno solo quando si trovano con le spalle al muro.
(Paul Auster)
Affrontare la crisi in questo modo vuol dire risvegliare il proprio intuito, avere fiducia nella vita, affidarsi alla creatività, credere che tutto è il dettato di un maestro divino.
Si comprende così che la crisi porta sempre con sé una ventata di aria nuova, invita a tagliare i rami ormai secchi, conduce a lasciar andare ciò che non ha più senso che resti. E’ il passo fondamentale che precede ogni cambiamento.
Sappiamo che l’inverno precede la primavera e che un bambino per poter iniziare a camminare dovrà specializzarsi nella caduta, ma non abbiamo bene in mente che la crisi è un momento indispensabile alla costruzione di un nuovo equilibro. Non è distruzione: è l’inizio di una nuova costruzione. Che può avvenire solo grazie ad una forza primordiale e generatrice, proprio come quella che sperimenta il neonato quando nasce: non sa a cosa va incontro ma sente che deve seguire quel richiamo di vita e si affida con tutto se stesso al suo intuito. La stessa forza che trova sua madre nel farlo nascere: non potrebbe sopportare un dolore fisico così grande in un momento di stasi.
La crisi ci risveglia, ci mette in moto, ci chiama a sé per mostrarci i nostri tesori interiori.
Non consideriamola più una seccatura.
E’ il nostro fuoco interiore che vuole emergere!
Elena Bernabè
Autrice del libro “Alla conquista delle stelle”