Parlare di corteggiamento e di Ars amatoria ha purtroppo un sapore un po’ retro, a tal punto che si limita l’arte del corteggiamento ad un bouquet di fiori e una scatola di cioccolatini ma la verità è che “fare la corte”, come si suol dire, non si limita all’offerta di presenti ma a molte attenzioni che esulano dall’aspetto materiale.
E per ironia della sorte, chi conosce questa finissima arte la pratica quasi esclusivamente fino al raggiungimento dell’obiettivo, quando il corteggiamento, se vogliamo essere pignoli, è in realtà un savoir vivre più che un savoir faire che andrebbe praticato negli anni. Da parte di entrambi, ovviamente.
Il corteggiamento, un’ arte millenaria
L’arte del corteggiamento si perde nella notte dei tempi e soprattutto nel regno animale: è parte integrante dei rituali che mirano alla riproduzione e alla sopravvivenza della specie e dove gli individui impiegano strategie e trucchi per attrarre il partner ideale, quello che permetterà di assicurare un buon patrimonio genetico alla prole. Il corteggiamento risponde ad un impulso naturale: quello della procreazione.
Le cose non cambiano quando si parla di noi, umani, in quanto siamo naturalmente attratti da caratteristiche fisiche, espressioni di alcune particolarità genetiche, che, se trasmesse, comporteranno un naturale vantaggio per i nostri discendenti. È curioso notare che anche se razionalmente la relazione non mira a procreare, inconsciamente, siamo attratti fisicamente da chi possiede una serie di caratteristiche che denotano forza, salute e fertilità: vita stretta e forme armoniose per le donne (che si traducono in una maggiore probabilità di concepire bambini sani e forti in quanto il grasso corporeo è distribuito “dove serve” e non intorno agli organi interni assicurando una maggiore salute e una più alta probabilità di sopravvivenza in caso di carestia); spalle larghe, fisionomia virile e fisico bilanciato per i maschi (che assicurano forza, agilità e la giusta dose di ormoni atti a poter combattere per difendere il proprio territorio e la propria famiglia).
Ma con l’attrazione fisica, siamo solo a metà dell’opera perché se sull’aspetto fisico è ancora possibile “barare”, sul corteggiamento vero, invece no. È forse per questo motivo che sta scomparendo?
Occorre andare oltre l’aspetto fisico per sedurre davvero
Se le caratteristiche fisiche giuste fanno parte del patrimonio genetico, che ne è allora dell’intelligenza, dell’abilità e della bravura, doti altrettanto fondamentali per la sopravvivenza di una specie altamente tecnologica e sociale come la nostra? Nel regno animale, i maschi seducono le femmine mettendole in mostra nella costruzione dei nodi, nella caccia oppure nello svolgimento di complessi rituali di seduzione che, se non vengono eseguiti ad arte, condanneranno il maschio all’estinzione del suo patrimonio genetico e ad una lunga vita solitaria.
Nel mondo umano, questa parte fondamentale del corteggiamento in cui si cerca di sedurre anche il cervello del (della) partner sta scomparendo: si investe talmente sulla parte fisica per convincere (e a volte ingannare) l’altro di avere i migliori “atouts” che l’aspetto fisico fagocita tutte le risorse fino a trascurare un’altra sfera importante del corteggiamento: l’aspetto caratteriale (che poi, potrà portare all’aspetto più evolutivo, quello emotivo).
“Non è il viso che colpisce, ma le espressioni. Non è il corpo che ci piace, ma il modo in cui si muove. Non è spesso l’aspetto fisico che ci attrae, ma sono i modi di fare di una persona.”
(Marilyn Monroe)
L’etologia umana, ramo dell’antropologia, ha dimostrato che nel gioco della seduzione nella specie umana, non è l’uomo a condurre il ballo ma la donna: in realtà, la donna emetterebbe una cinquantina di segnali diversi che dimostrerebbe la sua attenzione verso la persona che attrae la sua attenzione, l’ironia vuole che l’uomo molto raramente se ne accorge o riesce ad interpretarli a dovere.
Detto ciò, anche se l’uomo riesce ad interpretare bene questi segnali, è solo a metà dell’opera in quanto ora dovrà dimostrare le sue reali doti caratteriali: humour, intelligenza, premura, ma anche savoir-faire; qui parliamo della sfera del linguaggio, sia verbale che non verbale, dove si dosa con maestria i silenzi e l’attesa, perché il corteggiamento è un arte che si assapora con lentezza: permette di svelarsi poco a poco, conoscersi e valutare se un futuro assieme sarà possibile.
“Tutti gli amanti davvero grandi sono eloquenti, e la seduzione verbale è la via più sicura per la seduzione affettiva.”
(Marya Mannes)
Il corteggiamento continuo: uno dei segreti delle coppie che durano
Il saper aspettare è fondamentale nell’arte del corteggiamento: un approccio frettoloso denota immaturità e scarso interesse mentre chi conosce l’Ars amatoria seduce tanto quanto un “vedo non vedo” e lo fa intrattenendo il desiderio, grazie all’attesa. Il corteggiarsi a vicenda inoltre è fondamentale nelle relazioni a lungo termine, nelle quali la componente affettiva predomina.
Molti pensano che nelle coppie di lunga durata non ci sia più nulla da svelare e forse è proprio qui che s’insinua il qui pro quo che uccide il desiderio: nessuno è statico nel tempo, ognuno di noi evolve in qualche modo, cambia, ed è questo scoprire ogni giorno la persona che ci vive accanto che permette alla coppia di mantenere viva la fiamma del desiderio. Il corteggiamento nella coppia è un abitudine fatta di giochi, di parole sussurrate all’orecchio, di piccole attenzioni inaspettate, è ciò che ci fa sentire “scelti” dall’altro, ogni giorno, malgrado gli anni che passano, malgrado gli acciacchi, i problemi del quotidiano, la routine.
Anzi, è proprio nella coppia che si misura la nostra bravura nell’arte della seduzione: è facile sedurre qualcuno che non sa nulla di noi, ma sedurre ogni giorno la persona che condivide con noi i momenti belli e brutti, e alla quale non si possono nascondere tutti quei difetti che farebbero scappare a gambe levate qualsiasi altra persona, è tutta un’altra storia!
Sandra “Eshewa” Saporito
Autrice e operatrice in discipline Bio-Naturali
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