Ricordo ancora che, quando ero piccolo, il Natale era per me un evento sensazionale. Ma non dipendeva solo dal fatto che era l’occasione per avere il regalo più bello dell’anno. Quello che più mi piaceva era l’atmosfera che si respirava dall’inizio di dicembre. I negozi di tutta la città cominciavano a vestirsi a festa, agghindandosi di luci e drappi rossi, con piccoli abeti sintetici adagiati in un angolo, su una distesa di batuffoli di cotone idrofilo. E le strade, che te le godevi dal tardo pomeriggio quando faceva buio, da parte a parte tempestate di tanti puntini gialli luminosi, come se il cielo per l’occasione fosse sceso per donarci un abbraccio. Si respirava un’aria di festa.
Era questo che mi piaceva. Tutto attorno a me pulsava al ritmo dell’aspettativa e io mi sentivo parte armonica di tutto il resto. Tutto si preparava al Natale.
Adesso, che di anni in più ne ho in abbondanza, non nascondo che il Natale ha per me ancora un gran fascino. Ma mentre i miei figli stanno forse vivendo ciò che vivevo io, nella trepidante attesa di Babbo Natale, io mi sento in attesa di altro, con la consapevolezza che, a prepararsi al Natale, non sono solo le vetrine e le strade di ogni città, ma l’intero Universo.
Il Natale porta con sé un significato profondo, molto più profondo della nascita del Figlio di Dio che si è immolato sulla croce per noi. La nascita di Gesù, di più di 2000 anni fa, riveste un significato di portata cosmica, che ogni anno si riflette, nello stesso giorno, in ognuno di noi. La nascita di Gesù da Maria Vergine, nella grotta tra il bue e l’asinello, coi tre Magi e i loro doni, è la rappresentazione terrena di un movimento di forze che agiscono a livello di macrocosmo e di microcosmo, cioè noi. E sono forze che spingono appunto verso la rinascita, verso il rinnovamento.
Una lettura della simbologia legata al Natale ci può aiutare nel comprendere il significato nascosto della nascita di Gesù, che molti si limitano ad assumere come semplice accadimento storico.
Innanzitutto, il Natale si celebra subito dopo il solstizio di inverno, vale a dire nel momento in cui la durata della luce nelle 24 ore è minima e la durata del buio è massima. Dopo il solstizio, il Sole, che nel suo moto apparente lungo l’eclittica ha raggiunto la sua massima escursione verso sud, torna verso nord, portando nuova luce, nuova vita. Se fino ad allora, nelle fredde e buie giornate invernali, ogni attività era rallentata (sia quelle umane che quelle della Natura), adesso inizia il risveglio. Ed è proprio un messaggio di risveglio che l’evento-Nascita ci porta. Ma non parliamo soltanto di risveglio fisico che ci può portare alla maggior voglia di fare. Il risveglio di cui si parla è quello del Cristo-Sole, della Coscienza di ognuno di noi, ancora sopita nella nostra grotta, dove appunto è nato Gesù Cristo. Ed è proprio nella nostra grotta intima che abitano i nostri animaliinteriori (il bue e l’asinello), vale a dire tutti quei meccanismi mentali, quelle stereotipie, quel chiacchiericcio mentale che ci rende sempre più “macchine umane” anziché uomini.
Quello che il Natale ci vuole dire è di far nascere la nostra Coscienza, il nostro Cristo Intimo, così come Gesù è nato dalla Vergine Maria, la kundalini, superando il dominio meccanico del nostro Ego. E a darci la direzione ci viene in aiuto l’Universo intero, che nella notte del 24 dicembre allinea a Sirio, alla stella più luminosa (la cometa), le tre stelle della cintura di Orione, un tempo chiamate “I Tre Re”, i Magi, indicandoci la direzione esatta in cui il nuovo Sole sorgerà. Gasparre, Melchiorre e Baldassarre che portarono a Gesù i famosi tre doni, si presentano a ancora a noi con un regalo incommensurabile, il segreto della trasformazione. La Mirra (nera) rappresenta la morte, dell’Ego, dei meccanicismi, del noi-artificiale; l’incenso (bianco), lo spirito, che accoglie il nuovo Io, libero da condizionamenti, e che lo sostiene per non ricadere nelle tentazioni del mondo; l’Oro (giallo), il compimento dell’Opera Alchemica, della trasformazione del piombo in oro, della macchina umana in corpo di luce.
I miei figli si aspettano un regalo da Babbo Natale, ed è giusto così. Sarebbe troppo chiedere loro di comprendere i principi dell’Alchimia, per tutto c’è il suo momento. Anche io mi aspetto un regalo, ma dai Re Magi, perché anche quest’anno il mio Oro possa splendere un po’ di più.
Ed è quello che auguro anche a voi.
Buon Natale!
Francesco Albanese
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