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La leggenda dell'isola di Avalon

Di Laura De Rosa - 11 Febbraio 2016

Avalon è un’isola leggendaria e arcana ubicata, forse, nell’ovest delle isole britanniche, nonché soprannominata Isola delle Mele, secondo quanto riportato nella Historia Regum Britanniae di Goffredo di Monmouth. Sebbene alcune fonti la individuino in Sicilia, altri credono si trovi nell’Ile Aval o Daval in Bretagna, altri ancora a Burgh-by-Sands in Cumberland o nel monte/isola di San Michele in Cornoaglia. Oggi la teoria più comune la identifica nella cittadina di Glastonbury in Inghilterra, a sud di Bristol, famosa meta di pellegrinaggi. L’isola può essere raggiunta solo in barca e a quanto si dice, è avvolta nella nebbia.

Secondo la leggenda Avalon, anche detta Isola di vetro, era un luogo magico di trasformazione, sede dell’Albero della Conoscenza, un melo con frutti dorati, e dell’Albero della Vita. Tutti noi la conosciamo soprattutto per la leggenda di Re Artù, che qui venne sepolto dalla sorellastra, la Fata Morgana. Ma Avalon è anche dimora dei 3 incantatori Viviana, Dama del Lago nonché custode di Excalibur, del Mago Merlino e della Fata Morgana.

Essa è molto più che un luogo leggendario, piuttosto una vera e propria isola di iniziazione. Non solo un regno di cavalieri coraggiosi ma anche il regno che si cela nei nostri cuori. Tanto meraviglioso per chi ci crede, tanto orribile per chi se ne prende gioco. Non a caso l’isola è soprannominata isola delle mele: quei frutteti si celano nella nostra interiorità e attendono di essere scoperti. All’Avalon manifesta corrisponde quindi un’Avalon interiore. Nel momento in cui riusciamo a percepire quest’ultima ecco che si aprono le porte dell’altra, e le due isole diventano un tutt’uno. Per i Celti Avalon era molto importante, un luogo magico da cui attingere sapere e conoscenza, luogo di incontro fra dimensioni diverse.

Gli abitanti di Avalon

Per quanto concerne il luogo fisico in cui è situata, come premesso, gran parte degli autori la individuano in Britannia. Sarebbe la terra consacrata di Barrington l’unica via d’accesso, per mezzo di una barca. Le nebbie che la avvolgono non sono casuali ma servono a proteggerla. Sull’isola vivono Druidi, Sacerdotesse, Cavalieri e altri esseri. La violenza non fa parte di Avalon. Tra i luoghi sacri in essa custoditi si annoverano il Tempio consacrato alla Dea e il sacro cerchio di pietre detto Tor. Esso fa da intermediario fra il cielo e la terra, il mondo terreno e ultraterreno, ed è qui che si svolgono abitualmente rituali e investiture.

A scandire la vita sull’isola è la cosiddetta Triade delle Stelle, simbolo della forza della natura, dispensatrice di vita ma anche di morte, che scandisce il susseguirsi delle stagioni e dei cicli naturali. Non a caso numerose feste ad essa dedicate celebrano le stagioni e la terra. Un altro abitante di Avalon è il temibile Pendragon, un drago dorato che incarna lo spirito dei regnanti dell’antichità. Anche i Druidi sono numerosi e il loro compito consiste nel tramandare l’arte dei bardi, i poteri curativi delle erbe, i doni extrasensoriali come la veggenza. D’altra parte i Guardiani mantengono l’ordine pubblico e la sicurezza, in linea con gli antichi valori cavallereschi. I Cavalieri sono invece al servizio della pace e della comunità, abili nel maneggiare le spade, si offrono di insegnare i trucchi del mestiere agli abitanti di Avalon.

In quest’isola misteriosa sarebbe sepolto, secondo la leggenda, il mitico Re Artù. Secondo ricerche risalenti al Medioevo egli riposa nella Glastonbury Tor mentre teorie più recenti associano Glastonbury con il Sacro Graal. Sebbene esistano opinioni contrastanti al riguardo, le diverse leggende concordano nel ritenere Glastonbury un luogo magico, in cui i due mondi, materiale e immateriale, comunicano.

La leggenda di Re Artù

Che la figura di Re Artù sia ispirata o meno a un personaggio realmente esistito non lo sappiamo con esattezza. Per alcuni studiosi a ispirarlo fu qualche divinità celtica, per altri è semplicemente il simbolo della terra, materializzatasi in un essere umano. Altri ancora lo identificano in un re vissuto nel VI secolo d.C. che lottò contro i Sassoni. Il nome forse deriva dal latino Artorius, dal termine irlandese Art/roccia o dal gaelico Arth Gwyr/Uomo Orso.

L’Artù che conosciamo oggi, signore di Camelot sepolto nell’isola di Avalon, assurse al ruolo di Re-Sacerdote grazie all’interpretazione che ne diede, della sua figura, l’inglese Geoffrey di Monmouth. Re Artù divenne così simbolo del monarca ideale sia in pace che in guerra. I Cavalieri della Tavola Rotonda, ovvero i cavalieri di rango più elevato della sua corte, erano uomini d’onore che rispondevano a precise regole comportamentali: mai oltraggiare o compiere omicidio, evitare l’inganno, evitare la crudeltà e concedere pietà a chi la chiede, soccorrere sempre le dame e le vedove, non abusare mai di dame e vedove, mai ingaggiare battaglia per motivi sbagliati quali amore e desiderio di beni materiali.

La Tavola Rotonda era invece il tavolo del Castello di Camelot intorno al quale Artù e i Cavalieri si incontravano per discutere questioni importanti riguardanti il reame. La forma circolare ovviamente non era casuale: il cerchio permetteva infatti di evitare conflitti di prestigio davanti al re, concedendo a tutti la possibilità di esprimersi alla pari. Una soluzione strategica per evitare conflitti, adottata peraltro da molti gruppi celtici.

E tu ci credi o no all’esistenza di Avalon?

Laura De Rosa





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