Ci siamo lasciati con esercizi che favorivano il raffinato senso dell’olfatto e del gusto ed ora vi parlerò dell’udito.
“L’educazione dell’udito ci porta in modo speciale ai rapporti del soggetto con un ambiente in moto, il quale solo può produrre suoni e rumori. Che dove tutto è fermo, esiste il silenzio assoluto.
Un’educazione dell’udito, se parte dalla “immobilità” per andare alla percezione dei rumori o suoni provocati da movimenti, parte dal “silenzio”.
Il silenzio è pure la ricerca di sforzi collettivi perchè per avere il silenzio in un ambiente occorre che tutte le cose (o persone) in esso contenute siano in una assoluta immobilità. Non c’è dubbio, che la ricerca del silenzio debba provocare un vivo interesse, come infatti avviene, tra i bambini, che si soddisfano in questa “ricerca per se stessa”. Il senso dell’udito ci dà pure un’idea chiara di quello in cui consiste la primitiva fondamentale educazione dei sensi. Consiste infatti “nel poter udire di più”.
L’udito ode di più (giunge ad una maggiore acutezza) quando sente rumori “più leggeri” di prima. L’educazione dei sensi conduce perciò ad apprezzare gli stimoli minimi, e tanto più piccola è la cosa percepita tanto maggiore è la capacità sensoriale.
Un altro principio dell’educazione sensoriale è di “distinguere” differenze tra gli stimoli. Ciò include come preparazione pedagogica una “classificazione” tra diversi gruppi di sensazioni; e poi la gradazione di ogni gruppo che ne sia praticamente suscettibile. Potremmo qui distinguere prima i rumori dai suoni, cominciando da differenze contrastanti per andare a differenze impercettibili; e poi il timbro diverso dei suoni che hanno diverse origini, la voce umana e gli strumenti; e infine la gamma dei suoni musicali.
Per riassumere e stabilire le separazioni fondamentali, distingueremo quattro classi di sensazioni uditive, date cioè:
- dal silenzio
- dalla voce umana che parla
- dai rumori
- dalla musica
Le lezioni del silenzio sono esercizi di controllo sui movimenti che conducono a rendere possibile (per ciò che riguarda i bambini) il silenzio assoluto. Non è un approssimativo stare zitti e fermi; ma è una perfezione raggiunta gradualmente, nel non emettere alcun suono, nel non produrre alcun piccolo rumore,che può farsi muovendo un piede, o strisciando una mano, o respirando sensibilmente.
L’analisi dei suoni relativi al linguaggio sono l’esercizio che si collega all’apprendimento dell’alfabeto.
Per i rumori, c’è un materiale indicativo assai semplice e primitivo, consistente in scatole di legno (o di cartone) -identiche a due a due- preparate che disposte in serie,diano sei rumori graduati.
Per l’educazione del senso musicale fu adottata una serie di campane che Anna Maccheroni fece preparare con molta accuratezza.Le campane,ciascuna soprastante a un piedistallo, e separate l’una dall’altra,formano tanti oggetti tutti nell’apparenza identici tra loro;ma percosse con un martellino riproducono la scala di Do” (Maria Montessori ne ” La scoperta del bambino”).
Le parole di Maria Montessori sono anche qui molto chiare e comprensibili quindi non vi tedierò con ulteriori spiegazioni, ma approfondiremo questi tempi attraverso alcune attività.
1) Innanzitutto il “GIOCO” DEL SILENZIO
Come già detto dalla stessa Montessori, il Silenzio oltre ad essere veramente apprezzato dai bambini e una condizione necessaria a favorire la concentrazione, è assenza di movimento: immobilità. Solo da ciò può scaturire il silenzio assoluto che crea la magia fondamentale per apprezzare poi il suono.
Una attività, o meglio un esercizio che possiamo fare con i nostri bambini è il “gioco” del silenzio, ma con una rivisitazione rispetto all’originale, nel quale viene richiesta solamente l’assenza di parole e di rumore. Qui si richiede la capacità di muoversi, di trasportare oggetti, facendo una grande attenzione a non produrre il minimo rumore. Vi stupirà l’ilarità che scaturisce questo esercizio! I bambini, concentratissimi, si muoveranno a rallentatore, controlleranno il respiro, saranno un meraviglioso film muto da osservare e immancabilmente, quando gli sguardi si incontreranno, scatterà una risata! Per lo meno nei bimbi dai 5/6 anni, mentre nei più piccini vi stupirà l’attenzione, la concentrazione e l’assoluta capacità di assolvere questo compito e la gioia con cui lo svolgeranno.
3) Per i piccolissimi ovviamente non possono mancare i SONAGLI
3) IL CESTINO DEGLI STRUMENTI MUSICALI
Con i più piccoli ci si limita a toccare nel modo giusto lo strumento e si lascia libera esplorazione. Con i più grandicelli si possono fare delle nomenclature (2/3 anni), con i bimbi di 5/6 anni si possono dare alcune caratteristiche dello strumento oltre alla nomenclatura.
Si può poi eseguire un piccolo concerto avvalendosi della canzone guida :alla Fiera di Mastr’Andrè, che richiama proprio tutti gli strumenti musicali isolando il suono di ciascuno prima e facendoli poi suonare tutti insieme dopo.
4) I CILINDRI DEL SUONO
ETA’: dai 3 anni
DESCRIZIONE: 12 cilindri divisi in due scatole con due colori diversi (rosso e blu) ma con gli stessi suoni.
Si procede sempre per appaiamento partendo dall’ordine sparso. Si ascolta un suono scuotendo il cilindro (a casa si possono facilmente riprodurre utilizzando delle saliere di legno o come all’epoca della Montessori delle scatole di cartone), si cerca il suono uguale nell’altra serie di cilindri.
Si può procedere anche con un compagno ovvero la mamma o un bimbo,che prende un cilindro e lo scuote, l’altro bimbo cerca il suono uguale nell’altra serie e quando pensa di averlo trovato fanno la verifica scuotendoli insieme. Oltre ad esercitare l’udito e la distinzione dei suoni, favorisce la socialità e la collaborazione.
Si può poi fare un ulteriore esercizio, mettendo in gradazione i suoni, dal più grave al più acuto, o dal più flebile al più forte.
5) LE CAMPANELLE
ETA’: 6 Anni
DESCRIZIONE: 26 Campanelle di cui 13 su piedistalli bianchi e neri di grandezza differente di cui i toni vanno dal suono più grave che corrisponde alla campana di diametro più grande, al più acuto che corrisponde alla campana con diametro più stretto; mentre i semitoni vanno dal più acuto (campana stretta) al più grave (campana larga); e 13 su piedistalli color legno senza alcuna distinzione.
E qui torno ad utilizzare le parole della Montessori:
“Le singole campane, che esistono in doppia serie, sono spostabili: esse dunque si possono “mescolare” precisamente come gli altri oggetti dell’educazione sensoriale.
Maneggiate per il piedistallo,fatte vibrare a mezzo del martellino, il primo esercizio consiste nel riconoscere le due campane che producono lo stesso suono e metterle insieme vicine l’una all’altra (esclusi i semitoni). Viene poi l’apprezzamento dei toni della scala nella loro successione; e in questo caso è la maestra che dispone nell’ordine voluto una serie di campane,lasciando l’altra serie mescolata: e l’esercizio è ancora di appaiamento, perchè consiste nel provocare il suono di una delle campane fisse nella serie, e cercare a tentativi nel miscuglio dell’altra serie quella campana che vi corrisponda. Però qui l’appaiamento è guidato da un ordine determinato.
Quando l’orecchio è sufficientemente educato a riconoscere e ricordare la successione dei semplici suoni sulla scala,allora i bambini hanno la possibilità di mettere,senza guida alcuna, le campane sciolte o mescolate nell’ordine e successione dei toni cromatici sulla guida del proprio orecchio musicale e di unirvi pure i semitoni.
Come negli altri sistemi d’oggetti il nome veniva accompagnato alla sensazione dopo che questa era chiaramente percepita (liscio,ruvido,ecc ecc) ,anche qui il nome della nota viene ad accompagnare il suono dopo che il suono è distinto con sicurezza.
Ai toni si uniscono poi i semitoni che, per non disperdere inutilmente le energie, sono riconoscibili dal sostegno delle campane,che è nero invece che bianco ( ricordando i tasti del pianoforte): e la loro collocazione fra i toni rispettivi è l’esercizio sensoriale”.
Il controllo dell’errore in quest’attività non può essere dato solo dall’orecchio, ma anche dalla vista. Infatti lo spessore di ogni campana varia, quindi si possono ricercare quelle uguali guardando proprio questa caratteristica.
6) MEMORY DEI SUONI
Un esercizio che possiamo fare noi oggi, è quello di registrare alcuni suoni conosciuti (le onde del mare, rumore di passi di persona, di un animale, il cinguettìo di un uccellino, il rumore del caffè quando sale, il suono di un tamburo o di un flauto ecc ecc ), preparare delle immagini relative a quei suoni registrati. Far ascoltare al bambino i suoni due o tre volte, poi dovrà ricercare tra le immagini i suoni che ha riconosciuto e, un ulteriore difficoltà potrebbe essere quella di metterli in ordine cronologico in base al ricordo dell’ascolto e addirittura inserire delle immagini che non corrispondono a nessun rumore.
Questa è un’attività divertentissima, che metterà a dura prova grandi e piccini!
Vivere Montessori vi augura un buon ascolto!
Educatrice Manuela Griso