La “Passiflora incarnata” è una pianta rampicante, perenne, ramificata. Con foglie lobate, alterne e lungamente picciolate. I fiori, di 4-6 cm, sono caratteristici con cinque petali ed una corona di filamenti di colore rosso violaceo. È diffusa nelle regioni meridionali dell’America del Nord e del Messico, ma viene coltivata anche in Italia.
La Passiflora tra le piante rilassanti è molto versatile per la sua notevole tollerabilità; ha principalmente un effetto rilassante, ma il suo utilizzo non dovrebbe essere limitato solo a quando si è tesi o si ha difficoltà a dormire. Infatti l’uso di una pianta rilassante come la Passiflora si può accompagnare a rimedi più specifici, ad esempio quando la tensione nervosa è alla base di disturbi quali le palpitazioni, dispepsia nervosa o intestino irritabile.
Vi è un consolidato uso tradizionale anche in caso di dismenorrea (mestruo irregolare e/o doloroso), anche se in questo caso è opportuno associarla a rimedi più specifici (es. Partenio). È una pianta adatta anche per i bambini; in questo caso è particolarmente opportuno utilizzare prodotti specifici con un dosaggio adeguato all’età.
Questa pianta dalle citate proprietà, ha un effetto favorevole sul sonno probabilmente grazie alla sua azione benefica sull’ansia.
Gli autori di un recente studio randomizzato in doppio cieco, con controllo (Ngan A, Conduit R, 2011) hanno valutato l’efficacia nel migliorare il sonno dell’uomo di un infuso a base di Passiflora. Hanno partecipato allo studio 41 volontari sani di età tra i 18 ed i 35 anni, che lamentavano problemi del sonno di lieve e media entità.Il gruppo in trattamento assumeva un infuso preparato con una bustina contenente 2 grammi di parti aeree essiccate di Passiflora mentre il gruppo in placebo assumeva un infuso apparentemente identico che conteneva prezzemolo essiccato. Tutti i partecipanti hanno assunto Passiflora o placebo la prima settimana, hanno fatto una pausa nella seconda settimana, nella terza settimana è stato invertito il trattamento (chi assumeva passiflora ha assunto placebo e viceversa). E’ stato compilato quotidianamente un diario del sonno su cui i partecipanti riportavano numerose informazioni ed in particolare la sensazione soggettiva di aver dormito un sonno più o meno “ristoratore” Solo 10 dei partecipanti sono stati sottoposti a polisonnografia (sofisticato sistema di monitoraggio di vari parametri durante il sonno: elettroencefalogramma, elettrocardiogramma, elettromiogramma, ecc), nell’ultimo giorno di ciascun trattamento (passiflora o placebo).
La qualità soggettiva del sonno è risultata essere significativamente migliore durante il periodo di assunzione della passiflora rispetto al placebo (p < 0.01). Non sono state invece osservate differenze significative nei parametri oggettivi misurati alla polisonnografia.Gli autori concludono che la Passiflora incarnata migliora la qualità percepita del sonno nell’uomo, e che questa pianta può rappresentare un valido intervento per supportare disturbi del sonno di entità lieve e moderata.
Questo studio è in linea con i nuovi percorsi di ricerca che dovrebbero essere fatti sulle piante medicinali. Per la tipologia di pazienti selezionati con disturbo del sonno lieve-moderato e per l’importanza assegnata alla valutazione soggettiva della qualità del sonno.
Dalle piante non si può pretendere in assoluto un effetto significativo nei disturbi del sonno gravi e nella pratica quotidiana l’esito che meglio esprime l’efficacia di trattamento sui disturbi del sonno in area omeostatica è proprio lo stato di benessere percepito dal soggetto al mattino. Infatti ciascuno ha un’opinione ben precisa del tempo che gli occorre per addormentarsi, della profondità del suo sonno, di cosa capita di notte se si risveglia e di quanto si senta riposato al mattino, senza alcun bisogno di ricorrere a particolari misurazioni strumentali. Tra l’altro i parametri misurati alla polisonnografia non correlano assolutamente con la qualità del sonno percepita o con i disturbi diurni provocati da un sonno poco ristoratore. Il fatto che la passiflora non abbia alterato la polisonnografia va considerato un risultato apprezzabile in quanto esprime la assoluta delicatezza del suo effetto e la sicurezza con cui può essere utilizzata.
E voi l’avete sperimentata?