La curcuma è una pianta appartenente alla famiglia Zingiberaceae, comprendente 80 specie conosciute, e sono utilizzate con scopi alimentari e officinali. Della Curcuma si usa il rizoma, cioè le radici, che vengono grattugiate, essiccate e polverizzate. E’ indicata anche per la colorazione dei tessuti, ma essendo di effetto blando, il colore sbiadisce in fretta; come colorante alimentare, o per impreziosire le pietanze di origine asiatica.
Già gli antichi romani usavano tingere i capi con la curcuma e Marco Polo ne parla ne Il Milione accostando le proprietà della curcuma quelle dello zafferano; la varietà più comune, la curcuma longa, è conosciuta anche come zafferano d’oriente.
Nel XVI secolo la sua popolarità si diffuse a macchia d’olio grazie alle sue proprietà medicamentose: si usava per il trattamento dell’itterizia e dei disturbi del fegato, per gli effetti di protezione del fegato e di stimolo per le vie biliari, di cui favorisce la secrezione e l’evacuazione, dovuti alla curcumina –concentrata nel rizoma – che favorisce anche le contrazioni della colecisti.
Sulla base di recenti studi, si è potuto notare che la curcumina contrasta ben 8 tumori: alla bocca, al colon, polmoni, fegato, pelle, reni, seno e leucemia. Infatti nei paesi asiatici e in India, dove il consumo di curcuma è altissimo, l’incidenza dei tumori è molto bassa.
Molto interessanti le proprietà antiossidanti della curcuma, che contrasta l’azione dei radicali liberi e inoltre un forte potere cicatrizzante, che viene sfruttato su ferite, bruciature e punture d’insetto. Secondo uno studio pubblicato sulla rivista “Cancer Research” la curcuma avrebbe anche un ruolo fondamentale nella prevenzione del cancro alla prostata.
Bisogna sapere anche che la dose da assumere al giorno sarebbe di 2 cucchiaini da caffè, mescolati a pepe nero e tè verde. Si può mescolare anche a yogurt per farne delle salse o aggiungerla ai nostri piatti per insaporirli, a fine cottura. Si può mescolare anche a qualche tipo di grasso, come l’olio d’oliva o il burro, per essere assimilata meglio dal nostro corpo.
Insomma, una “spezia” davvero dalle proprietà nascoste e certamente poco sfruttata.